"Unity in Diversity", l'appuntamento mondiale dei sindaci
"Unity in Diversity" sta diventando un appuntamento internazionale dei sindaci di tutto il mondo che convengono a Firenze per affrontare insieme le tematiche di fondo della dimensione urbana contemporanea. In coincidenza con il cinquantenario dell'alluvione il convegno Unity in Diversity (Palazzo Vecchio, 2-4 novembre) quest’anno è dedicato alla resilienza, alla prevenzione del rischio e alle cause dei disastri naturali quali lo sfruttamento delle risorse e il cambiamento climatico. Il tutto volto alla tutela del patrimonio culturale, materiale e immateriale.
Il pomeriggio del 3 novembre saranno presentati i risultati della due giorni di studio e riflessione, raccolti in una formale dichiarazione (la Carta di Firenze 2016) che rappresenterà una base di partenza per tutte le città che vorranno intraprendere azioni in grado di sventare alluvioni e esondazioni.
Firenze città di pace
Il 2 ottobre 1955, proprio qui a Firenze, si tenne, sotto l’ impulso di Giorgio La Pira, l’incontro dei sindaci delle più importanti città del mondo che in quell’occasione lanciarono una sorta di manifesto per la pace che ebbe grande risonanza internazionale.
60 anni fa la lotta per la pace si inscriveva in uno scenario internazionale dominato dallo scontro tra le due superpotenze (Usa e Urss) e dall’incubo della guerra nucleare. Oggi il panorama politico-diplomatico si presenta molto più complesso e, per certi aspetti, ancora più inquietante con una nuova caratterizzazione multipolare che, intrecciata alla crisi economica, sta determinando una crescente pressione migratoria, con milioni di persone in fuga dalla miseria e dai conflitti.
Questo fa nascere nell’opinione pubblica un senso di allarme e di paura mentre si innalzano nuovi muri (non solo psicologici e culturali, purtroppo). Di fronte a queste sfide vertiginose il ruolo delle città si presenta come assolutamente decisivo perché è proprio nella dimensione urbana che si giuoca la partita tra inclusione e esclusione sociale, tra politiche di integrazione e formazione di ghetti soffocanti.
Il ruolo decisivo delle comunità locali
La gravissima crisi sistemica che investe il mondo da quasi un decennio chiama in causa il ruolo fondamentale delle comunità locali, che rappresentano un ambito imprescindibile per riprendere un cammino di sviluppo e di crescita. Solo l’azione concreta e quotidiana sul territorio, a contatto con le comunità e in raccordo con esse, può davvero consentire di radicare processi di economia reale in rapporto profondo con i saperi e le competenze locali, per creare una solidità strutturale che non sia in balìa delle fluttuazioni e dello strapotere dei mercati finanziari.
La Carta di Firenze
Lo scorsa edizione di ‘Unity in Diversity’ si è conclusa con l’approvazione solenne della Carta di Firenze in cui si ribadiva l’impegno comune dei sindaci su alcuni aspetti fondamentali della vita civile delle nostre comunità, in particolare a partire dalla tutela e dal rispetto dei diversi patrimoni culturali, concepiti come parte integrante dell’identità collettiva e, come tali, in grado di contribuire ai processi di dialogo e di pacificazione dei popoli. Questa affermazione nasce dalla consapevolezza che i potenziali di conflitto traggono nutrimento proprio dallo sradicamento e dalla perdita di identità che fanno venir meno il senso di appartenenza alla comunità locale.
Programma
Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecento, ore 9
2 novembre, “La resilienza come risposta alle sfide proposte dai cambiamenti climatici, della depredazione ambientale e dai conflitti (resilienza e sviluppo, resilienza e innovazione, resilienza e identità)”
3 novembre, “Le minacce al patrimonio culturale e la costruzione di forme di tutela e valorizzazione”
4 novembre, Celebrazione del 50° anniversario dell’alluvione e approvazione della Carta di Firenze