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Ucraina, sabato camminata per la pace da piazza Poggi a San Miniato

Tra i promotori la Comunità monastica di San Miniato, la Comunità delle Piagge, la Fiom-Cgil, la Comunità Islamica, Pax Christi, Andrea Bigalli, Sandra Gesualdi, Tomaso Montanari, Beniamino Deidda: "No all'invio di armi"

Sabato 9 aprile partiranno alle 18.30 da Piazza Poggi a Firenze per compiere la "Via Pacis", un cammino di pace per dire "mai più guerre", con tappe di riflessione e preghiera interreligiosa e laica, che terminerà alle 20.30 all'abbazia di San Miniato al Monte. Nel salire sul colle sopra il piazzale Michelangelo ci saranno sette tappe tematiche centrate su accoglienza, giustizia sociale, nazionalismo, obiezione di coscienza, Costituzione, armi e nucleare, pace.

"E' importante che siano in molti a partecipare e aderire affinché si dica chiaramente che esiste un popolo che ripudia la guerra: donne e uomini, gruppi e movimenti, associazioni e organizzazioni varie", si legge in una nota che annuncia l'evento (adesioni inviando una mail all'indirizzo mail sandragesu@gmail.com). A promuovere l'iniziativa sono la Comunità monastica di San Miniato al Monte, la Comunità delle Piagge, la Fiom-Cgil Firenze-Prato-Pistoia, la Comunità Islamica di Firenze, Pax Christi, Andrea Bigalli, Sandra Gesualdi, Tomaso Montanari, Beniamino Deidda.

I promotori chiedono di non inviare ulteriori armi all'Ucraina, affermando che "la guerra di aggressione di Putin contro l’Ucraina interpella profondamente le nostre coscienze: ci spinge tutti a praticare e schierarci con la pace. Con la nostra Costituzione abbiamo ripudiato la guerra una volta per tutte. Ripudiare la guerra significa lavorare per non crearne le premesse, per allontanarla, per annullare ogni possibilità che si verifichi. Significa promuovere ogni giorno la cultura del dialogo e della pace. Come Occidente, come Italia, non lo abbiamo fatto. Ripudiare la guerra significa non accettarne la logica infernale, ovvero rifiutarsi di prendere le armi, quando comunque scoppia. Rifiutarsi di alimentarla inviando altre armi che causeranno altri morti".

"Non possiamo fermare la guerra con la guerra. Non possiamo prolungarla. Nessuna patria, nessuna bandiera, nessun metro di suolo vale una sola vita umana. Di fronte allo sviluppo delle armi atomiche, chimiche, biologiche, non possiamo più pensare alla guerra come soluzione, dato che i rischi probabilmente saranno sempre superiori all’ipotetica utilità che le si attribuisce. Davanti a tale realtà, oggi è molto difficile parlare di una possibile “guerra giusta”. Mai più la guerra, come affermato da papa Francesco nell'enciclica Fratelli tutti del 2020", si legge nell'appello diffuso dai promotori.

E ancora: "La guerra produce morte, distruzione, esodi, innesca violenza, acuisce il divario sociale fra le persone. Le persone più deboli e indifese sono le principali vittime dei conflitti, quelle che già stanno pagando e pagheranno il prezzo più alto". I promotori dell'iniziativa citano poi Carlo Rosselli ("La nostra patria non si misura a frontiere e cannoni, ma coincide col nostro mondo morale e con la patria di tutti gli uomini liberi"), e don Lorenzo Milani ("se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri").
 

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