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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Trattato poetico di Miłosz: presentazione alla fondazione il Fiore

traduzione del ‘trattato poetico’ di Miłosz: presentazione a Firenze con Berardinelli - oltre al critico letterario interverranno il 16 ottobre alla fondazione il Fiore la traduttrice Valeria Rossella e Giovanna Tomassucci, docente di letteratura polacca all’università di Pisa

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FirenzeToday

«Una sfida letteraria: un poema che, eludendo le cornici di genere […], delinea un vasto affresco storico-culturale del Novecento polacco» ed ha «l'intonazione nostalgica di un poema sul tempo perduto, l'eco di un requiem in morte di un'epoca…».

Viene descritto così nel risvolto di copertina il 'Trattato poetico' di Czesław Miłosz, testo che dà corpo all'originale concezione della poesia dello scrittore polacco insignito del premio Nobel nel 1980 e che fu scritto in esilio in Francia tra l'inverno del 1955 e la primavera del 1956. La sua traduzione da parte di Valeria Rossella, poetessa e traduttrice, pubblicata nella Biblioteca Adelphi nel 2011, sarà presentata martedì 16 ottobre alle 17 nella sede della Fondazione il Fiore di Firenze dal critico letterario e saggista Alfonso Berardinelli, da Valeria Rossella e da Giovanna Tomassucci, docente di letteratura polacca all'Università di Pisa. Con la presidente del Fiore, Maria Giuseppina Caramella, a coordinare l'incontro. L'ingresso è libero.

Il poeta e saggista Czesław Miłosz, nato nel 1911 a Šeteniai, oggi in Lituania ma allora nell'impero russo, e morto a Cracovia nel 2004, frequentò le scuole superiori e l'università a Vilnius, oggi in Lituania ma all'epoca in Polonia. Cofondatore del gruppo letterario "Zagary", fece il suo debutto nel 1930 con due volumi di poesia. Passò la maggior parte della seconda guerra mondiale a Varsavia lavorando per la stampa underground. Nel dopoguerra, fortemente critico della condotta governativa e del clima culturale imposto in Polonia da un'élite formatasi a Mosca, chiese asilo politico in Francia, per trasferirsi poi negli Stati Uniti. A contatto con il clima culturale di Berkeley, in California, dove insegnò letteratura polacca, continuò la propria opera poetica dedicandosi parallelamente all'attività di traduzione, cruciale per la diffusione della poesia polacca in ambito anglo-americano e successivamente europeo.

Per indicazioni dettagliate su come raggiungere la splendida sede del Fiore, sulla collina di Bellosguardo, si consiglia di guardare il sito web www.fondazioneilfiore.it.

Per ulteriori informazioni, Fondazione Il Fiore. Tel: 055 224774

 

Presentazione del 'Trattato poetico'

Tra l'inverno del 1955 e la primavera del 1956 Czesław Miłosz dal suo esilio in Francia dà corpo alla sua originale concezione della poesia in una vera e propria sfida letteraria: un poema che, eludendo le cornici di genere e arricchendosi di elementi prosaici o colloquiali, mescolando elementi eterogenei, citazioni e imitazioni letterarie, testi di canzoni, valutazioni critiche ed enunciati filosofici, delinea un vasto affresco storico-culturale del Novecento polacco, tassello imprescindibile della storia europea. Un affresco che si compone di quattro parti, evocative di altrettanti scenari: il mondo della Belle époque nella Cracovia di inizio secolo; la vita politica e artistica della Varsavia tra le due guerre, con ampie digressioni sui poeti del tempo; le devastazioni della

seconda guerra mondiale e gli orrori dell'occupazione nazista, con la rivendicazione di una poesia capace di essenzialità, razionalità e giudizio etico; la Natura e in particolare l'ambiente degli Stati Uniti, in cui Miłosz,

dopo aver contemplato l'abisso in cui sono precipitate le culture europee, individua la dimensione ideale per trovare serenità ed equilibrio, senza peraltro sottrarsi al dovere di condividere con i fratelli polacchi le questioni cruciali della poesia del XX secolo. Il Trattato poetico ha la forza espressiva di un grande romanzo storico, l'intonazione nostalgica di un poema sul tempo perduto, l'eco di un requiem in morte di un'epoca, l'accento pacato di una meditazione sulla storia, sull'arte, sulla coscienza individuale. E anche le "Note dell'Autore" che chiudono il volume si rivelano una splendida creazione letteraria: un mosaico di schizzi e ritratti in miniatura che, come per magia, ricreano il mondo di una ormai lontana Europa.

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