Thomas Guggeis, direttore acclamato come erede di Barenboim, debutta con l'Ort
La Festa della Toscana è la festa dell’ORT, negli anni ha visto grandi interpreti salire sul palco del Teatro Verdi e prime assolute: quest’anno l’orchestra non smentisce la sua tradizione con una prima esecuzione e un debutto importante di un direttore che è molto più di un talento, Thomas Guggeis. A soli 29 anni, è acclamato come erede del leggendario Daniel Barenboim, che l’ha arruolato alla Staatsoper di Berlino come assistente, dove da due anni è anche Kapellmeister (vale a dire prima bacchetta di quella corazzata musicale; subito sotto a Barenboim, che ne è l'ammiraglio), incarico che mai era stato affidato prima a un musicista così giovane; d'altronde Guggeis, nella sua carriera folgorante, prima aveva già rivestito lo stesso ruolo a Stoccarda e si appresta, da qui a pochi mesi, a passare lui stesso al ruolo di ammiraglio di un teatro d'opera, a Francoforte.
Al debutto con l’ORT arriva insieme alla trentaduenne americana Claire Huangci, vincitrice nel 2018 del primo premio e del premio Mozart al Geza Anda Competition. Bambina prodigio, è ora un’artista matura a cui si sono aperte le maggiori sale da concerto; il suo doppio album delle Sonate di Scarlatti ha ottenuto il Premio della Critica discografica tedesca e l’Editor’s Choice della rivista Gramophon per il suo “virtuosismo radioso”. In questa occasione diletterà il pubblico con il Concerto per pianoforte di Clara Schumann, capolavoro del romanticismo tedesco che, partito come esperimento per pianoforte e orchestra, ha assunto poco a poco la consistenza che ha adesso lievitando tra le mani della sua compositrice, la più importante dell’Ottocento. Scrisse questo concerto tra i quattordici e i sedici anni, quando l’amore per ora segreto con Robert Schumann era appena sbocciato, e Johannes Brahms – che sarebbe divenuto il suo ‘amante’ - era appena nato.
In apertura Guggeis, da solo, lavora sulla nuova partitura in prima esecuzione assoluta del compositore friuliano Renato Miani e poi sulla Quarta Sinfonia di Beethoven, quella che a Schumann pareva una "snella fanciulla greca fra i due giganti nordici" della Terza e dalla Quinta Sinfonia.
Svuàl è un lavoro che trae origine da un frammento di J.S.Bach, forse il compositore più amato da Pasolini, le cui musiche egli stesso aveva utilizzato nei suoi film. “Il frammento in questione è stato preso da “Erbarme dich” – dichiara Miani - una delle arie più suggestive della “Matthäus-Passion”, e dalla sua manipolazione ho ricavato tutte le idee necessarie per la costruzione del pezzo, che va oltre le consuetudini, e che accoglie in sé molteplici strutture della tradizione e della modernità”.