"Zio Vanja" di A.Cechov apre la stagione al teatro "La Fonte"
Il Centro di Teatro Internazionale apre la sua 20-ma stagione "SENZA FRONTIERE" presso il Teatro LA FONTE con "ZIO VANJA"
Scene della vita rurale di A.Cechov
- 24 ottobre ore 21.00
- 25 ottobre ore 19.30 con apericena su prenotazione entro il 23/10 tel. 055-418084; 3475572347
- 26 ottobre ore 16.00
Creazione e Regia di Olga Melnik
Light designer: Samuele Batistoni
Durata dello spettacolo in 2 atti : 120 min.
PERSONAGGI& interpreti:
ALEKSANDR VLADIMIROVIC' SEREBRJAKOV, professore in pensione- Gianni Monini
ELENA ANDREEVNA, sua moglie - Sara Savina SOF'JA ALEKSANDROVNA (SONJA), sua figlia - Ilaria Mulinacci
MARIJA VASIL'EVNA VOJNICKAJA, madre della prima moglie del professore -Francesca Catarzi
IVAN PETROVIC' VOJNICKIJ, suo figlio - Samuele Batistoni
MICHAIL L'VOVIC' ASTROV, medico - Davide Papi IL'JA IL'IC' TELEGIN, proprietario terriero in miseria - Vasco Bonechi
MARINA, la vecchia balia -Tiziana Fusco
Ci sarà una casa nella nostra storia, un luogo che si è conquistato a fatica, al prezzo di sacrifici.
E c'è un Professore che torna ad abitarla con la sua seconda, bella, giovane moglie. Nella casa abitano Vanja e la sua nipote Sonja insieme alla balia che li ha cresciuti, Marina, e talvolta è loro ospite il dottor Astrov, un medico originale che pianta i boschi per chi verrà dopo di noi, per "coloro a cui noi oggi apriamo la strada". I personaggi di questa storia - che vivranno nella nostra attualità - tentano di scoprire cosa li lega uno all'altro, e che posizione è sensato prendere nei confronti del tempo, di questa possibilità che ci scorre dalle mani - la nostra vita.
Nel farlo fino in fondo affrontano tutto: la politica, i sentimenti, il sacro... Alla fine ciascuno di loro avrà una risposta.
Il nostro Zio Vanja sarà una preghiera che tenta di abbracciare il nostro passato, e ci spinge a parlare con gli uomini che verranno dopo di noi, e che non conosceremo, esattamente come ha fatto Anton ?echov rivolgendosi a noi - più di cento anni fa - scrivendo questa storia. Lo facciamo da qui, dal XXI secolo, oggi, sul nostro palcoscenico.