Grasse Matinée di Renè De Obaldia al Parco dell'Anconella
Firenze, il 15 settembre 2014 ore 21.15 presso Parco dell'Anconella Via Villamagna 39 Firenze, il CDRC, nel'ambito del laboratorio di teatro contemporaneo e come prima messa in scena del Progetto De Obaldia presenta Grasse Matinéè di Renè De Obaldia interpretato da Gabriella Romolini e Ombretta Floris, regia di Carolina Gentili. René De Obaldia, ancora vivente, è stato uno dei più rappresentati drammaturghi in francese e anche uno dei più conosciuti a livello internazionale, ma in Italia è ancora poco rappresentato. Le sue opere affrontano temi contemporanei e anche drammatici, seppure calati in un contesto comico. In De Obaldia è evidente un richiamo al mondo assurdo e surreale di Ionesco, ma come dice lui stesso in una intervista "se l'assurdo è presente questo non porta necessariamente alla disperazione, e malgrado tutto, apre sulla fede nell'uomo, su una sorta di meraviglia davanti alla "favola del mondo". Si passa dalla realtà all'immaginazione grazie all'uso particolare che fa De Obaldia del linguaggio, un linguaggio che trae spunto dalla polemica sull'uso della parola nel mondo odierno, parola che ha perso il suo valore comunicativo, che viene usata per ingannare o mascherare un vuoto interiore. Il teatro di De Obaldia è un teatro che giustappone generi e stili diversi nello spazio di una parola. Una frase basta a farci passare dal riso al pianto, dalla leggerezza all'angoscia, dalla speranza al pessimismo. Da una singola espressione può sorgere la delicatezza, il lirismo e la volgarità. E tutto attraverso una indicibile semplicità. Grasse Mattinée parla di Due donne, morte, che ricordano avvenimenti della loro vita nelle rispettive bare. Un dialogo acceso e divertente tra due personaggi in attesa del Giudizio Universale "sempre rimandato alle calende greche"; il tempo, in un presente che si eternizza, è scandito dal passaggio di treni, aerei, gracchiare di corvi, spari, cacciatori, racconti di amori assurdi e delusioni, dove le due morte in bara quasi riescono a godersi il loro tempo da morte; e il tempo passa tra speranze di salvezza, ricordi che sono desideri, conversazioni vane, scambi di ricette che non verranno mai cucinate e colpi di scena insperati. Leggerezza e profondità sono costanti di questo atto unico; la vita e la morte, questa "partita a nascondino", qui viaggiano insieme e la loro compenetrazione risponde già scenicamente e umanamente a ciò che, inevitabile, resta un mistero. L'ingresso è libero.