Uno spettacolo alle Oblate per ricordare l'82° anniversario del rogo di Berlino
Domenica 10 maggio un gruppo di attori, attraverso una serie di azioni coreografiche, l’uso di un tappeto sonoro e stralci di testi estratti dai “libri proibiti” messi all’indice, racconteranno il valore e la potenza che la cultura può avere nella formazione sociale, politica e civile di una nazione.
Nell'ambito delle iniziative del Festival d'Europa e in occasione dell' 82° anniversario del rogo di Berlino, alla biblioteca delle Oblate andrà in scena la performance a cura di Ilaria Cristini con gli allievi della scuola Laboratorio Nove3.
Bundesallee 133, nel quartiere di Friedenau, a Berlino, è l'indirizzo di una libreria, che si chiamava Buchandlung Wolff, dal nome del fondatore fino a qualche anno fa, e oggi porta il nome "der Zauberberg", la montagna incantata, in omaggio a Thomas Mann. Fin qui niente di particolare. La cosa straordinaria è invece un'altra: Il 10 maggio del 1933 a Berlino ebbe luogo il più grande rogo dei libri del periodo nazista durante il quale Wolff riuscì a salvare migliaia di volumi nascondendoli nel sotterraneo del locale, a cui si accedeva attraverso una botola occultata dalla scrivania della cassa.
Luci a neon, polvere, odore di stantìo: eppure il bunker della salvezza che sfidò e sconfisse l'Indice del divieto nazista ha resistito al tempo. Questa cantina racconta una storia sconosciuta. O peggio, una storia dimenticata, trascurata da chi, oggi, può liberamente accedere a qualsiasi libro semplicemente varcando la soglia di una biblioteca."
Un libro può essere un’arma letale per combattere il deterioramento dell’etica morale. Quando il regime ordinò che fossero arsi in pubblico i libri di contenuto malefico, e per ogni dove i buoi furono costretti a trascinare ai roghi carri di libri, un poeta (uno di quelli al bando, uno dei migliori) scoprì sgomento, studiando l’elenco degli inceneriti, che i suoi libri erano stati dimenticati. Corse al suo scrittoio, alato d’ira,e scrisse ai potenti una lettera: «Bruciatemi», vergò di getto, «bruciatemi! Non fatemi Questo torto! Non lasciatemi fuori! Non ho forse sempre testimoniato la verità, nei miei libri? E ora voi mi trattate come fossi un mentitore! Vi comando: bruciatemi!» (Bertolt Brecht, Il rogo dei libri).