Rimbamband con "Manicomic", una sorta di versione comica di "Qualcuno volò sul nido del cuculo"
Da venerdì 25 a domenica 27 novembre (in doppia replica sabato 26) torna al Teatro di Rifredi la Rimbamband con Manicomic, regia di Gioele Dix. È una sorta di Qualcuno volò sul nido del cuculo in versione comico/teatrale, in cui la follia si trasforma in libertà, energia, divertimento e creatività.
La Rimbamband ha creato un originale linguaggio artistico nel quale la maschera e la comicità vanno a braccetto con la giocoleria, la clownerie, il mimo e la grande capacità musicale di ogni strumentista: Raffaello Tullo, anche autore dello spettacolo, alla voce e alle percussioni; Renato Ciardo alla batteria; Nicolò Pantaleo al sax, peraltro è il più giovane docente di un conservatorio italiano; Vittorio Bruno al contrabbasso; Francesco Pagliarulo al pianoforte.
Manicomic porta in scena una comicità mai banale, mai volgare, nella quale è evidente il riferimento alla grande stagione del cinema muto e ai suoi maestri. Quando l’esperienza e la sensibilità di un artista come Gioele Dix incontra l’esuberanza della Rimbamband, la miscela non può che essere esplosiva. Già il titolo, Manicomic, è tutto un programma.
In un imprecisato luogo di cura, un medico segue i suoi quattro pazienti più gravi, affetti da ansie da prestazione, disturbi della personalità multipla, sindromi ossessivo-compulsive. Vittorio è un alcolizzato cronico e depresso, poiché non è riuscito a realizzare il sogno di una vita: ballare alla Scala; Francesco il “rosso” è un imprevedibile bipolare, una sorta di Dottor Jekyll e Mr. Hyde in versione pianistica; Renato ha frequenti disturbi di personalità multipla, mentre Nicolò ha una grave forma di “neomelodite” ossessiva compulsiva.
Lo psichiatra prova, attraverso un preciso percorso terapeutico, a sbrogliare questa intricata matassa e a condurre i suoi pazienti alla guarigione. Musica, sport, teatro, viaggi, cinema: tutto è terapia. Sul palco la scenografia è completata da un ledwall, utilizzato in maniera creativa, in puro stile Rimbamband. E stavolta sono proprio gli oggetti a diventare degli strumenti musicali: palloni da pallavolo, case-contenitori, palloncini e campanelli. Ma non solo: si gioca con la “table percussion”, il tip tap e tanto altro ancora.
Ma i cinque sono duri a guarire e nonostante i continui richiami del terapeuta, le loro migliori intenzioni e l’assunzione di farmaci dai nomi improbabili non riusciranno a liberarsi dalle loro ossessioni. Perché non può esserci arte senza follia e da vicino nessuno è normale.
«È uno spettacolo pieno di cose nuove che sorprendono – afferma Gioele Dix – ci sono molte idee innovative all'interno di una struttura del teatro comico che osserva le sue regole ferree. Non si perde mai, però, la scioltezza e la freschezza, in una pièce che tratta la follia in maniera molto intelligente. Sono felice e onorato di aver lavorato con la Rimbamband, un gruppo dotato di grande energia e straordinaria creatività».
Oltre alla sua attività dal vivo (con ben cinque spettacoli all’attivo: Manicomic, Note da Oscar, The very best of Rimbamband, Il Sol ci ha dato alla testa e Rimbamband show) Rimbamband ha partecipato, negli anni, a molte trasmissioni televisive e radiofoniche fra cui 610 (Sei uno zero) con Lillo & Greg (Radio2), Barbareschi Sciock (La7), Zelig Off (Italia 1) e Italia coast2coast (Rai2).
Nota della compagnia
Quando ci chiedono cosa sia la Rimbamband siamo sempre un po' in difficoltà, credeteci. In passato rispondevamo in svariati modi: «La Rimbamband usa il linguaggio della musica a supporto di un contenuto comico»; «E? la musica che si dilata e che si fa guardare, oltre che ascoltare»; e ancora: «La Rimbamband racconta la musica nel suo aspetto più folle e surreale». Tutto vero e condivisibile, ok! Ma mancava qualcosa. Ci rendevamo conto che davanti a tali definizioni la gente rimaneva sempre un po' interdetta, con stampata in volto la tipica espressione, del tipo “non ho capito una mazza!”.
Poi abbiamo capito. Mancava un’anima. L'anima! Ecco cosa mancava... l'anima. Quella che di giorno non riesce a far sentire la sua voce, perché messa a tacere da tutto ciò che e? normale, ma che di notte si ribella e timidamente comincia a cantare, impedendoti di dormire. Canta lo swing quell'anima. Poi incalza, vince la timidezza e balla, balla il tip tap; ed e? fuori di testa, perché e? un'anima e la testa non ce l'ha. Ha semplicemente una gran voglia di giocare! Gio?ca?re! Giocare alla vita e raccontarla giocando.
E sapete chi sono questi cinque Rimbambini, un po’ Rimba e molto Bambini?
C'e? un capobanda che tenta in ogni modo di cantare, suonare e ballare il tip tap; in realtà tutte le sere cerca soprattutto di mantenere un po' di disciplina sul palco, ma e? un tentativo frustrante, tanto che ormai ha perso tutti i capelli. Assieme a lui, in scena, un batterista rumoroso e indisciplinato, che lascia sempre a casa la meta? dei tamburi e alla fine non si sa mai con cosa riuscirà a suonare, un contrabbassista sognatore e stralunato e un sassofonista, che dopo tanti anni, e? ancora convinto di essere in tour con la banda del suo paese. Neanche "Il Rosso", il pianista, jazzman virtuoso e beniamino del capo, riesce a riequilibrare le sorti di questa band squinternata e inquietante.
Siamo insieme dal 2006 e da allora mixiamo senza stancarci mai tutti i linguaggi possibili dell’arte e dello spettacolo. Musica, mimo, clown, tip tap, teatro di figura, rumorismo, fantasia teatrale, parodie. Il tutto shakerato con un ritmo comico incalzante e servito con energia travolgente.
Siamo cinque pestiferi e loschi figuri e... siamo stati dappertutto, ormai.