Sviluppo e Pnrr: "Le sfide di domani in Toscana"
Fantappiè (UIL) al CRU Toscana
Questa mattina un importante convegno sullo sviluppo delle aree interne della nostra regione, organizzato dal Consiglio Regionale Unipol, dal titolo “Diffusa e sostenibile: ripensare la Toscana. Bilanci, prospettive e azioni per la valorizzazione della Toscana e delle aree interne” Molti i partecipanti, tra i quali anche le associazioni componenti il CRU Toscana, le istituzioni e tanti altri. Per la UIL, associazione all’interno del CRU, è intervenuto il Segretario Generale della UIL Toscana Paolo Fantappiè. “La vera sfida è nella realizzazione in tempi congrui (5 anni il limite previsto) di questi progetti, oltre ad una progettazione al momento assente. Per questo c’è la necessità di una sinergia sia nella progettazione che nella messa a terra dei tantissimi progetti del PNRR in Toscana. Non possiamo rischiare di non spendere questi fondi.” dichiara Fantappiè parlando del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. PNRR che in Toscana è sinonimo di quasi ottomila progetti, il 62,8% dei quali vede i propri lavori già avviati. Un Piano però troppo centralizzato: il 21,41% dei progetti totali - per il 26,76% delle risorse totali a disposizione in Toscana - è nella provincia di Firenze, un altro 13,56% a Prato. Quindi in sole due province (su dieci) sono concentrati il 40,32% dei progetti e, all’incirca, altrettanta percentuale di risorse. Inoltre si parla per la maggior parte di progetti piccoli: addirittura il 32,43% dei progetti totali (2580) ha un finanziamento al di sotto di 40 mila euro, mentre un altro 18,20% (1448) necessita di una cifra compresa tra i 40 e i 100 mila euro. In sostanza più di metà dei progetti (oltre quattromila progetti) richiede di finanziamenti sotto i centomila euro. Continua Fantappiè: “Gli investimenti da fare sono tanti: sulle infrastrutture ad esempio, visto che da Firenze si impiega meno per arrivare a Roma che a Grosseto, ma anche sulla sanità e sul lavoro, che deve essere di qualità e ancora oggi vediamo pochi investimenti nella missione dedicata (la numero 5, Inclusione e Coesione, n.d.r.)”.