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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Empoli: quando le sbarre cedono, il teatro ha campo libero

Ieri lo spettacolo "RosaRosso" messo in scena alla Casa Circondariale di Empoli. Più di metà delle donne detenute nell'istituto a recitare sul palco: "In quest'ora di teatro ci siamo sentite libere"

rosarosso-1_2Per una sera si sono aperte le celle facendo uscire le donne, e lasciando entrare il teatro. Un palcoscenico tra mura alte oltre quattro metri, al suo interno venti storie di altrettante detenute. Il programma di recupero attraverso il teatro, voluto dalla Regione, sembra funzionare nella casa circondariale di Empoli; dove il tema sono le donne che parlano del gentil sesso. Si alternano due storie, “Mariana Pineda” e “Donna Rosita Nubile”,  rivisitazione degli scritti del poeta Garcìa Lorca. Donne imprigionate tra le sbarre da loro stesse create, non ci sono barriere da abbattere o muri da scavalcare.

“A volte è difficile, è una sfida- racconta una delle organizzatrici”.Le attrici hanno i capelli lunghi, parlano dialetti del Mezzogiorno, lingue dell’est, alcune hanno lineamenti esotici ma sono sul quel palco sia per il pubblico ma anche, e soprattutto, per sè stesse. Alle vigilanti più di una volta viene strappato un sorriso, mentre dietro le quinte arrangiate le ragazze si cambiano, fumano una sigaretta di fretta o ripassano il copione.

La piece parla della complessità femminile, delle speranze mancate e della fiducia non ricambiata. Non mancano i toni da commedia; poi scrosci d’applausi dei cento intervenuti, solo su invito, vista la difficoltà di portare esterni in questo tipo di strutture. Già nel 1999 Giallo Mare Minimal Teatro partoriva questo laboratorio di vita, per quelle che saranno le donne di domani. Ballano, mimano, s’intrecciano, alcune sembrano veterane, poi le lacrime al the end, “in quest’ora di teatro ci siamo sentite libere - grida una di loro”.

Lo spettacolo dura oltre un’ora poi la standing ovation, sincera, le attrici  lasciano scivolare verso il  cielo dei palloncini rossi, verso la libertà che un giorno tornerà anche per loro.I riflettori si abbassano. Le ragazze dopo gli abbracci dei conoscenti vengono  ricondotte all’interno, gli altri fuori ma c’è qualcuno che s’intrattiene nel cortile mentre il pubblico s'indirizza verso l’uscita. Qualche battuta  è saltata, qualcosa si è improvvisato e che importa se la prossemica non è stata quella da manuale, l’importante è aver dato una speranza. E ora si riparte con un nuovo copione per l'appuntamento del prossimo anno.
 

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