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Pasqua, Scoppio del Carro: il fuoco sarà acceso il Sabato Santo

Lo storico rito così caro ai fiorentini torna alle origini. "Una modifica per recuperare il senso più autentico di questa antichissima tradizione di fede popolare"

Un lungo filo lega l’altare di Santa Maria del Fiore con un baldacchino di legno, detto affettuosamente dai fiorentini “Brindellone”, il grande carro di Firenze a forma di torre. Un innesco di cartapesta a forma di colomba. L’accensione della ‘Colombina’, così è chiamata da tutti, la lunga corsa infuocata verso il carro ed infine l’esplosione dei fuochi d’artificio. Da secoli, A Firenze, non è Pasqua senza ‘Colombina’, il carro scoppiettante i cui fuochi, le scintille colorate e le fiaccole sono da sempre un pezzo della tradizione cittadina. Una festa che ha radici antiche, fin da quando i contadini si affollavano attorno al carro: se la corsa della ‘Colombina’ procedeva senza intoppi il raccolto sarebbe stato felice ed abbondante. Tutto all’ora della santa messa di Pasqua, un evento accompagnato da 150 figuranti del corto storico, tra musici, sbandieratori e guardie armate. Uno spettacolo ricco di storia, imperdibile per turisti e fiorentini.

Quest'anno, tuttavia, il Comune introduce una novità di portata storica: cambia lo svolgimento del rito dello Scoppio del Carro. E dunque l’accensione del carro la mattina di Pasqua da quest’anno sarà più strettamente legata all’evento che la origina: la veglia che si svolge la notte del Sabato Santo. Una modifica che “vuole recuperare il significato più profondo del rito e il suo valore simbolico e spirituale, segno di fede vissuta e popolare, che nel tempo ha finito per diluirsi in una manifestazione forse troppo folkloristica” ha spiegato il vescovo ausiliare Claudio Maniago. Due quindi i cambiamenti previsti. Il momento dell'accensione del fuoco, con le tre pietre del Santo Sepolcro, sarà spostato dalla mattina di Pasqua nella Chiesa dei Santi Apostoli e Biagio, alla notte del Sabato Santo all’inizio della veglia pasquale in Cattedrale; un accorgimento che permette di sottolineare in maniera più evidente il profondo e originario legame di senso tra l'accensione con le tre pietre del Santo Sepolcro ed il fuoco benedetto durante la veglia di Pasqua. Inoltre, per valorizzare il rito dell'aspersione dell'acqua lustrale fatto dal Cardinale Betori, e porre in maggior rilievo il legame dello Scoppio del Carro con la celebrazione eucaristica del mattino di Pasqua, l'aspersione dell'acqua lustrale sarà inserita all'interno dei riti iniziali della celebrazione eucaristica che si svolgeranno sul sagrato della Cattedrale. “Abbiamo accolto con gioia ed interesse queste modifiche, che coinvolgono uno degli eventi più sentiti dalla città” ha detto il vicesindaco Dario Nardella, che ha ricordato come il corteo storico della repubblica fiorentina accompagnerà tutto lo svolgimento del rito, a cui il sindaco Renzi parteciperà sia il sabato sera sia la mattina di Pasqua.
La nuova struttura rituale prevede quindi modifiche sia il Sabato Santo che la mattina di Pasqua.

Il Sabato Santo:
- dalle 21.30 nella Chiesa dei Santi Apostoli e Biagio una preghiera di benedizione dei presenti per l’invio delle tre pietre del Santo Sepolcro di Gerusalemme verso la Cattedrale.
- Si forma un corteo verso la Cattedrale con cui si portano il cofanetto contenente le tre pietre e l'acciarino per far scoccare la scintilla ed il bracere porta-fuoco della Chiesa dei Santi Apostoli e Biagio (vuoto) che ospiterà il fuoco benedetto durante la veglia pasquale.
- Arrivati sul sagrato della Cattedrale, davanti alla porta centrale, accensione del fuoco che sarà benedetto dal Cardinale Arcivescovo durante l'inizio della veglia pasquale con le tre pietre del Santo Sepolcro.
- Dalle 22.30 inizio della veglia pasquale: dopo la benedizione del fuoco nuovo e l'accensione del Cero pasquale, segno della luce di Cristo Risorto, un tizzone del fuoco benedetto viene collocato all'interno del bracere porta-fuoco dove sarà custodito fino alla mattina seguente per dare avvio allo Scoppio del Carro con l'accensione della miccia della Colombina.
Durante tutta la celebrazione accanto al Cero pasquale saranno collocati sia il bracere porta-fuoco, sia il cofanetto delle tre pietre del Santo Sepolcro per sottolineare l'unità del fuoco benedetto all'inizio della veglia, segno del Cristo Risorto.
La mattina di Pasqua:
- il corteo storico con il Carro (come di consueto da via il Prato a piazza san Giovanni).
- La celebrazione dell'Ora Sesta in Battistero (alle 10.30).
- Al termine dell'Ora Sesta il Cardinale Arcivescovo si sposta sul sagrato della Cattedrale e dà inizio alla celebrazione eucaristica.
- Dopo il segno di croce ed il saluto liturgico al posto dell’atto penitenziale ha luogo il rito di aspersione dell’acqua lustrale con l’aspersione dei fedeli presenti nella piazza e del Carro.
- In processione si percorre la navata centrale della Cattedrale e si giunge nel presbiterio.
- Alle 11 il Cardinale Arcivescovo intona il canto del Gloria ed incendia con il fuoco custodito nel braciere porta-fuoco della Chiesa dei Santi Apostoli e Biagio la miccia a forma di colomba e dà avvio allo Scoppio del Carro, diffondendo simbolicamente il fuoco pasquale e la luce del Signore Risorto sui presenti e su tutta la città.
 
STORIA DEL RITO - Il rito dello Scoppio del Carro affonda le sue radici nella preziosa esperienza delle tradizioni religiose popolari della città di Firenze che da sempre sanno tessere insieme elementi umani, culturali e spirituali di altissimo valore, forgiando eventi che oltrepassano i secoli.
Volendo rievocare le origini dello Scoppio del Carro occorre risalire al periodo medievale quando i fiorentini - riprendendo un'usanza orientale del IV secolo radicata nel culto pasquale celebrato a Gerusalemme - iniziarono a distribuire il fuoco benedetto durante la celebrazione della veglia di Pasqua ad ogni persona e ad ogni casa, come segno della luce nuova del Cristo Risorto che si irradiava e si diffondeva tra tutti gli abitanti della città.
Secondo l'ormai nota leggenda, a fondamento di questa nuova consuetudine c'era il gesto eroico di messer Pazzino de' Pazzi, cittadino di Firenze, primo soldato a salire sulle mura di Gerusalemme e ad issarvi il baluardo dell'esercito crociato durante la prima spedizione per liberare la Terra Santa dall'occupazione saracena. A motivo del suo coraggio e come ricompensa per la nobile impresa, messer de' Pazzi ricevette in dono dal duca Goffredo IV di Buglione tre pietre estratte dal Santo Sepolcro che poi, orgogliosamente, riportò e custodì nella sua città natale. Proprio dopo il suo ritorno, nel XII secolo, si sarebbe introdotto a Firenze lo stesso rito visto a Gerusalemme il giorno del Sabato Santo: dalla Chiesa dell'Anastasis costruita sul Santo Sepolcro infatti veniva distribuito a tutti i fedeli della città il fuoco benedetto durante la veglia pasquale in segno di purificazione e di pace. E chiaramente nella nostra città l'accensione del fuoco da benedire avveniva tramite le tre pietre del Santo Sepolcro portate a Firenze da Pazzino de' Pazzi.
Gradualmente per la distribuzione del fuoco benedetto nella veglia di Pasqua tra le vie delle case fiorentine si scelse di utilizzare un apposito carro - dapprima molto semplice ed essenziale, poi sempre più articolato - fino a giungere ad una struttura curata e decorata nei minimi particolari allestita con il patrocinio della famiglia dei Pazzi.

Il racconto della leggenda legata a Pazzino de' Pazzi ed alle tre pietre del Santo Sepolcro trova alcuni riscontri storici nella documentazione esistente:
- sicuramente i fioretini hanno partecipato alla terza crociata per la liberazione della Terra Santa nel 1188;
- sicuramente all'inizio del XIII secolo il fuoco che veniva benedetto durante la veglia pasquale del Sabato Santo nella Cattedrale di Firenze veniva preso dalla Chiesa di Santa Maria Sopra Porta, strettamente legata con la Chiesa dei Santi Apostoli e Biagio, dove si conservavano le tre pietre considerate del Santo Sepolcro di Gerusalemme;
- sicuramente la gestione del Carro usato per la distribuzione del fuoco benedetto lungo le strade di Firenze era garantita dai membri della famiglia dei Pazzi.
Successivamente, in occasione della visita a Firenze nel 1515 da parte di papa Leone X - il fiorentino Giovanni dei Medici - l'accensione del Carro venne articolato con una modalità del tutto nuova e spettacolare. Davanti all'altar maggiore all'interno della Cattedrale venne issata una colonna di legno a cui era legata una corda che percorreva, a sette metri da terra, tutta la navata centrale raggiungendo il Carro posto fuori sul sagrato della Chiesa. Su questa corda, spalmata di sugna, venne montato un razzo a forma di colomba, chiara evocazione simbolica dello Spirito Santo, che veniva acceso al momento del Gloria con una scintilla tratta dalle tre pietre del Santo Sepolcro e che giungeva direttamente al Carro, incendiandolo e dando inizio al gioco di fuochi e di luci che avvolgevano spiritualmente tutta Firenze, distribuendo così simbolicamente il fuoco pasquale a tutta la città.
Dopo aver dato avvio allo Scoppio del Carro il razzo, chiamato familiarmente "la Colombina", ritornava indietro alla colonna di legno (tramite un secondo razzo orientato in direzione opposta) invocando l'auspicio di un raccolto abbondante e di un'annata favorevole per tutti. Tale significato è collegato all'originaria tradizione di portare il fuoco benedetto nelle singole case stando attenti che non si spenga, dando così garanzia di una continuità della benedizione dal suo momento iniziale, nella Chiesa durante la veglia pasquale, a quello conclusivo, all'interno di ciascuna abitazione.
Nel secolo seguente, il XVII, abbiamo testimonianze di un secondo Scoppio del Carro dopo quello davanti alla Cattedrale, in prossimità del palazzo della famiglia de' Pazzi in via del Proconsolo, al Canto dei Pazzi. Questo ulteriore Scoppio venne ripetuto regolarmente fino ai primi del 1900 quando con l'impianto delle linee elettriche del tram che passavano in via del Proconsolo si decise di spostarlo dapprima in piazza San Firenze e poi in piazza Emmanuele (l'odierna piazza della Repubblica). In seguito ad un incidente avvuto nel 1909 in cui morirono due persone, si decise di togliere questa seconda tappa e di lasciare unicamente lo Scoppio del Carro in piazza San Giovanni, tra la Cattedrale ed il Battistero.
Un ultimo cambiamento da ricordare avvenne nel 1956, dopo la riforma liturgica della settimana santa del 1955 che riportò l'orario della veglia pasquale nel suo contesto più naturale, la notte del sabato. Si decise di spostare anche il rito dello Scoppio del Carro in concomitanza con la veglia, come era sempre stato fatto, ma sia in quell'anno, sia nei due successivi, parteciparono pochissime persone sicuramente anche a causa del fattore metereologico, perché sia nel 1956, sia nel 1958, la sera del Sabato Santo scese una pioggia intensa ed abbondante su tutta la città. Nel 1959 si decise allora di spostare lo Scoppio del Carro alla mattina successiva, domenica di Pasqua, collegandolo con la Messa del giorno presieduta dal Cardinale Arcivescovo in Cattedrale; in questo modo si riprese l'orario di mezzogiorno in cui avveniva precedentemente lo Scoppio del Carro nel Sabato Santo, ma si perse nettamente l'originario e significativo collegamento con il fuoco benedetto durante la veglia pasquale che costituiva la cornice di senso ed il contesto semantico di tutto il rituale dello Scoppio del Carro.

 

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