Savonarola di Vincenzo Arnone al Museo di San Marco
Domenica 22 maggio, alle ore 11, nel Chiostro di San Domenico del Museo di San Marco di Firenze, Adele Scuderi e Sergio Amato, accompagnati al violoncello da Chiara Remorini, interpreteranno Gentilissima mia signora madre. Lettere di Girolamo Savonarola alla madre, una lettura scenica tratta dal dramma in tre atti Savonarola di Vincenzo Arnone, già rappresentato a Firenze al Teatro Reims nel 1997, nella Chiesa di Orsanmichele nel 2015 e nella Sala d’Armi di Palazzo Vecchio nel 2017. L'iniziativa nasce dalla proficua collaborazione tra la Direzione regionale musei della Toscana e l'Associazione CAU per celebrare la memoria di Girolamo Savonarola, condannato per eresia e messo al rogo il 23 maggio del 1498 in Piazza della Signoria, in occasione del recente riallestimento del Quartiere del Priore al Primo Piano del Museo. Con Gentilissima mia signora madre Vincenzo Arnone riprende il “dialogo drammatico” cominciato fin dal 1996 con il personaggio Savonarola, riadattando la prosa vibrante del suo epistolario. Il testo entra nelle pieghe della vita personale del Priore di San Marco attraverso tre momenti salienti di quella politica e sociale dell'Italia di fine Quattrocento: il 1490, quando Savonarola torna a Firenze come lettore del convento di San Marco; il 1492, anno in cui muore Lorenzo de? Medici e viene eletto al soglio pontificio il cardinale di Valencia Rodrigo Borgia col nome di Alessandro VI; infine il 1498, anno della tragica fine del frate. Le lettere, pur nella loro adesione ai fatti drammatici del tempo, ci restituiscono un'immagine di Savonarola a cui non siamo abituati, quasi intima, umana, di tenerezza filiale verso una madre di cui cerca la comprensione e invoca le preghiere. Da Ferrara, la madre intuisce l'inquietudine religiosa del figlio, senza riuscire però a coglierne la radicalità del messaggio profetico. Alla voce strettamente personale dell’epistolario, Arnone aggiunge quella popolare e partecipe di Donato Giannozzi, Segretario dei Dieci quando i Medici erano stati cacciati da Firenze e ora in esilio, che come un cronista del tempo, nell'anno 1560, rivolto a un pubblico in piazza, inizia a narrare: «... abitatori di Fiorenza, rammentate l’historia di fra Hieronimo da Ferrara ... Or sono passati dieci e più lustri ... Ero un pargolo, quell’anno 1498...». «La lettura del testo, struggente e drammatico al tempo stesso, di don Vincenzo Arnone – chiosa Angelo Tartuferi, Direttore del Museo di San Marco - rimarca la rilevanza assoluta della figura e della memoria di Girolamo Savonarola per il Museo di San Marco, nella giornata che precede la ricorrenza del 23 maggio in cui si svolse il suo supplizio, nell’anno 1498», sottolineando così il valore artistico, commemorativo e religioso dell'iniziativa, che conferma, una volta di più, l'importanza del Museo di San Marco come luogo della memoria e dello spirito dove l'arte, la vita e le opere degli artisti antichi e contemporanei si intrecciano e si rafforzano reciprocamente. L'iniziativa è gratuita (l'ingresso al museo avviene con il regolare acquisto del biglietto), per partecipare è necessaria la prenotazione al numero: 055 0882000 Vincenzo Arnone, nato a Favara (Agrigento) il 3 aprile 1945, sacerdote della diocesi di Firenze, è scrittore, saggista e drammaturgo. Dopo essere stato parroco a Montebonello (Pontassieve), oggi cura la chiesa di San Giovanni Battista dell’Autostrada del Sole (Campi Bisenzio), dove promuove i “Dialoghi sotto la tenda”, incontri di cultura e spiritualità. Laureato in lettere moderne presso l’Università La Sapienza di Roma, è docente di Bibbia e letteratura presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, dirige la rivista “Sulle tracce del Frontespizio” (Nerbini) e collabora a quotidiani e periodici (“Avvenire”, “Jesus”, “Vita pastorale”, “Il nostro tempo”, “Il governo delle cose”, “Toscana Oggi”). Per il Sinodo diocesano di Firenze (1989-92) ha guidato il Gruppo degli scrittori fiorentini (Mario Luzi, Geno Pampaloni, Giorgio Saviane, Rodolfo Doni). Fra le opere della sua ampia produzione letteraria ricordiamo i saggi: Poesia e Sacro (Nerbini 2017), Bibbia e letteratura (Studium, 2015), Papini. Un uomo... infinito (EMP, 2005), Per non dimenticare Nicola Lisi (Città ideale, 2004), La figura del prete nella narrativa italiana del Novecento (San Paolo, 1999), Pavese. Tra l’assurdo e l’assoluto (EMP, 1998); le opere di narrativa: La saga dei Tomasi (Landolfi Editore, 2022, con prefazione di Franco Cardini), Il vegliardo di Patmos (Polistampa, 2020), La leggenda del raccontatore errante (Marcianum Press, 2018), Le voci del borgo. Romanzo di un prete (EMP, 2017), Romanzo toscano (Sciascia, 2008), L’ombra del padre (Guida, 2003), Il Vangelo apocrifo di Maria (Piemme, 2001), La valle degli anacoreti (Piemme, 1999); le opere teatrali: Come Dio si muove sul palcoscenico (Landolfi Editore, 2013, che include i monologhi Adamo ed Eva, il Dialogo tra Sante, l’Atto unico Io, Pirandello Luigi e il dramma in tre atti Savonarola), La notte di Arzamàs (recitazione tolstoiana) e altri testi (Titivillus, 2009, premesse di Mario Luzi e Gianfranco Ravasi. Include La notte di Arzamàs, Conversazione con Maria, Antonino de’ Consigli). Il suo ultimo testo teatrale, l’atto unico La Figlia del vento, è stato messo in scena nel 2021 nella chiesa di San Nicola di Agrigento, all’interno dell’area archeologica della Valle dei Templi.