La mostra "I fiori del Male"
La mostra s’inserisce nel cartellone del secondo Festival dei Diritti, promosso dal Comune di Firenze, per sensibilizzare contro la violenza sulle donne, gli stereotipi di genere e le discriminazioni. Attraverso i volti, le espressioni e gli sguardi delle donne recluse, diventa terribilmente chiaro quanto si ampliarono i contorni che circoscrivevano i concetti di emarginazione e di devianza durante il regime e come i manicomi finirono con l’accentuare la loro dimensione di controllo e di repressione. Tra le maglie delle Istituzioni totali rimasero imbrigliate anche quelle donne che non seppero esprimere personalità adattate agli stereotipi culturali del regime o non assolsero completamente ai nuovi doveri imposti dalla “Rivoluzione Fascista”.
Alle immagini sono state affiancate le parole: quelle dei medici, che ne rappresentarono anomalie ed esuberanze, ma anche le parole lasciate dalle stesse protagoniste dell’esperienza di internamento nelle lettere che scrissero a casa e che, censurate, sono rimaste nelle cartelle cliniche. Il manicomio, in questo senso, è stato un osservatorio privilegiato dal quale partire per analizzare i modelli culturali – di matrice positivista - che hanno storicamente contribuito a costruire la devianza femminile e che durante il Ventennio furono ideologicamente piegati alle esigenze del regime.
Il lavoro di ricerca e di valorizzazione condotto su questi materiali ha permesso così di recuperare una parte fondamentale della nostra memoria e di restituirla alla collettività, per questo la mostra ha ottenuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero per i Beni e le attività culturali, della Regione Abruzzo.
In occasione della mostra, martedì 30 ottobre alle 16, presso la Sala Comparetti dell’Università di Firenze, è prevista la tavola rotonda “Vite ai margini: dal passato al presente attraverso la Mostra I Fiori del Male”, con psichiatri, sociologi, antropologi e storici, coordinata dalla prof.ssa Monica Pacini.