Mario Brunello direttore e violoncello in concerto al Verdi
A gennaio torna al Verdi, un vecchio amico dell’ORT, il violoncellista Mario Brunello, curioso come al solito, che si impegna in ciò che più ama: dividersi tra il suo strumento e la guida dell’orchestra. Imbracciando il violoncello, propone l’Arpeggione di Schubert, sonata concepita in origine per pianoforte e arpeggione, un singolare strumento a sei corde (che ebbe fortuna limitata) ideato nel 1823 dal liutaio viennese Johann Georg Stauffer come via di mezzo tra viola da gamba, violoncello e chitarra. La sonata schubertiana è eseguita nella riscrittura per violoncello e orchestra firmata da un grande concertista del secolo scorso, il catalano Gaspar Cassadó, musicista assai legato alla Toscana sia come docente all’Accademia Chigiana di Siena sia per la relazione che intrattenne con la fiorentina Giulietta Gordigiani von Mendelssohn. Dopodiché Brunello dirige Notte trasfigurata di un Arnold Schönberg ancora tonale che racconta, in note, di un uomo capace di perdonare l’amata incinta di un altro.