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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cultura

In libreria “Processo alla trattativa Stato-mafia: tre procure, tre verità”

Firenze non crede alla trattativa, Palermo sì, Caltanissetta la lega a via D'Amelio

La procura di Firenze che ha indagato sulle stragi del 1993-1994, che ha scoperto il ‘papello’ e che da vent’anni interroga politici ed esponenti di Cosa nostra, non crede che ci sia stata una trattativa fra Stato e mafia. Per la prima volta, un saggio riporta la ricostruzione dei magistrati toscani, confrontandola con quelle più conosciute dei loro colleghi di Palermo e di Caltanissetta. Il libro, “Processo alla trattativa. Stato-mafia, tre procure, tre verità” (Mauro Pagliai Editore, Firenze, 134 pagg, 11 euro), è scritto da un giornalista dell’Ansa, Giampaolo Grassi. La prefazione è firmata dall’ex procuratore di Firenze, Giuseppe Quattrocchi. 

“Questo libro non consegna una verità bell’e pronta – spiega Grassi nell’introduzione - ne consegna tre ‘certificate’, ma diverse l’una dall’altra”. Nel saggio, infatti, i pm di Firenze, Palermo e Caltanissetta illustrano le loro ricostruzioni di quella stagione e le conclusioni (discordanti) a cui sono giunti al termine di inchieste durate vent’anni. Da una parte ci sono i magistrati di Palermo, così certi che ci sia stato un accordo fra boss e Stato da aver chiesto, e ottenuto, un processo. Dall’altra c’è la procura di Firenze, convinta che quel patto non ci sia stato. In sostanza: per i magistrati di Firenze la trattativa – così com’è stata ricostruita da quelli di Palermo – non ci fu. In mezzo c’è la procura di Caltanissetta, che lega i contatti Stato-mafia all’omicidio del giudice Borsellino. 

E’ lo stesso ex procuratore di Palermo, Francesco Messineo, a riconoscere lo ‘scontro’ fra pm: processo alla trattativa-2“Più volte –ammette in un passaggio del libro - in questa vicenda abbiamo constatato che procure diverse, che procedono parzialmente assieme, sono poi giunte a valutazioni finali diverse. Trovo quindi perfettamente logica ed assolutamente legittima la valutazione della procura di Firenze che è arrivata alla conclusione che la trattativa sul 41-bis non ebbe incidenza. Noi riteniamo il contrario”. 

Anche Quattrocchi, nella prefazione del libro, lo conferma: “Trattativa è un espediente lessicale che rinvia a diversificate letture di una storia di interlocuzioni e di iniziative sulle quali è ragionevole e lecito elaborare riflessioni e possibili ricostruzioni”. Il saggio ‘insegue’ le indagini fino ai loro ultimi sviluppi. “Le ricostruzioni dei pm di Firenze e Palermo – è spiegato nell’introduzione - concordano invece sull’esito di una fase successiva, che riguarda la ricerca, da parte dei boss, di nuovi referenti politici: entrambe le sedi giudiziarie convergono nell’ipotizzare un’intesa di Cosa nostra con la nascente Forza Italia”.

“Negli anni, al lavoro dei magistrati sulla trattativa si sono sovrapposte inchieste giornalistiche, polemiche politiche, ricostruzioni di commentatori non sempre disinteressati - ha spiegato Grassi – Ho ritenuto che fosse utile tornare al nocciolo della questione, senza fornire un nuovo punto di vista, ma riportando le analisi di chi, a mio avviso, più di tutti è titolato a dire la sua, cioè quei magistrati che alla stagione delle stragi di mafia hanno dedicato vent’anni di indagini. Ciò che emerge sono tre letture diverse e a tratti opposte di alcune fasi cruciali della storia italiana. Conoscerle è indispensabile a chi voglia orientarsi nel ‘labirinto’ della trattativa”.

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