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Sabato, 20 Aprile 2024
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Cultura. Presentato a Firenze “L’assedio di Aquileia del 238 d.c.” (forum) di Giacomo Caspar Guida

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FirenzeToday

L’assedio di Aquileia è un momento chiave nell’evoluzione della crisi del III secolo d.C. e Massimino il Trace un imperatore che, pur regnando poco, imprime un cambiamento al corso della storia romana. È questo il cuore della riflessione che Giacomo Caspar Guida ha condiviso alla libreria L’Ora Blu di Firenze durante la presentazione molto partecipata e coinvolgente de “L’assedio di Aquileia del 238 d.C. Commento storico al libro VIII della Storia dell’Impero romano dopo Marco Aurelio di Erodiano” (Forum, 2022), introdotta da Lorenzo Somigli. Il libro di Guida integra e amplia il filone degli studi sulla crisi del III secolo e fornisce un commento critico alla fonte più autorevole dell’epoca Erodiano, autore coevo che scrive in greco. Un po’ per tracotanza, un po’ perché costretto dal blocco navale imposto ai porti italici dal Senato, che non riconosce l’elezione di Massimino e tenta di resistere al debordare dell’esercito, che invece aveva proclamato imperatore Massimino, il Trace è costretto a passare da Aquileia, città fiorente e naturalmente protesa ai Balcani, per arrivare a Roma. L’imperatore-soldato si impunta, testardamente, in un assedio che si protrarrà, senza successo, per due mesi fino a quando lo stesso imperatore verrà ucciso. Come ha notato l’autore, Erodiano, pur senza nominarlo, contrappone l’ideale di Princeps ovverosia Marco Aurelio, capace di contemperare popolo, Senato ed esercito, a Massimino il Trace, troppo sbilanciato su quest’ultima componente. Come suggerito dal giornalista Somigli, anche in questo caso ricorre il “topos dell’assedio” tanto caro alla letteratura antica – si pensi ai “Sette a Tebe” di Eschilo – e che influenza anche la ricostruzione di Erodiano, che enfatizza l’eroismo degli assediati. Nonostante la tragica fine di Massimino il Trace, ucciso dai suoi stessi soldati, l’Impero è già incanalato verso una trasformazione: i due Senatori Pupieno e Balbino, scelti per succedere al Trace, sono un tentativo fuori tempo massimo, una riesumazione tardiva della vecchia formula del doppio consolato, tanto efficace durante la Repubblica; seguirà un periodo complesso di lotte intestine meglio noto come anarchia militare interrotto solo dalla Tetrarchia di Diocleziano.

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