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La Chimera di Arezzo torna a Palazzo Vecchio

In occasione del G7 della cultura a Firenze, il celebre bronzo etrusco rivenuto nel 1553 verrà ricollocato per un mese a Palazzo Vecchio, nel luogo esatto dove fu esibito da Cosimo I de'Medici dopo il suo ritrovamento

Un mese soltanto per ammirare il celebre bronzo nella sua collocazione originaria. Dal 28 marzo al 27 aprile, in concomitanza con il primo G7 della Cultura, la Chimera di Arezzo sarà esposta eccezionalmente in Palazzo Vecchio, nella Sala Leone X, dove fu esibita da Cosimo I de’ Medici dopo il suo ritrovamento avvenuto nel 1553.

Insieme al bronzo del V-IV secolo a.C., usualmente custodito al Museo Archeologico Nazionale di Firenze, troveranno posto nella sala di Leone X anche una lettera inviata a Baccio Bandinelli negli anni Cinquanta del XVI secolo, documento di eccezionale significato conservato alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze dove si trova tratteggiata velocemente a inchiostro la sagoma della Chimera (priva della coda come al suo rinvenimento).

Terzo elemento in esposizione sarà un busto in bronzo raffigurante Cosimo I, opera dello stesso Bandinelli, in prestito dalle Gallerie degli Uffizi. L’ultima apparizione della Chimera in Palazzo Vecchio risale all’epoca delle grandi celebrazioni medicee del 1980; sarà quindi data l’occasione a un nuovo pubblico di fiorentini e non di rivedere lo splendido manufatto d’arte etrusca nel contesto originario della Sala di Leone X, dove venne appunto collocato in seguito al suo fortuito ritrovamento nel Cinquecento. 

La Chimera fu rinvenuta ad Arezzo il 15 novembre 1553, “dieci braccia sottoterra“ in prossimità del baluardo che si stava costruendo presso la porta di San Lorentino. Un rinvenimento inaspettato che desterà grande sorpresa e che contribuirà efficacemente alla riscoperta della passata grandezza toscana e alla definizione della figura di Cosimo come nuovo principe etrusco. 

Giunta immediatamente nel palazzo ducale fiorentino insieme agli altri reperti, l’impressionante scultura etrusca (parte di un donario assai prestigioso che comprendeva anche la figura di Bellerofonte a cavallo) venne collocata su suggerimento del Vasari nella Sala Leone X, a simboleggiare le forze negative - gli eventi più disastrosi e contrapposti, i malvagi nemici - dominate da Cosimo nella costruzione di un nuovo e ideale regno di Etruria: come non mancò di sottolineare lo stesso Vasari, “ha voluto il fato che la si sia trovata nel tempo del Duca Cosimo il quale è oggi domatore di tutte le chimere”.

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