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La rassegna Avamposti del Calenzano Teatro Festival 2013: il programma

Dal 14 al 22 settembre, nove giorni di spettacoli, anteprime, letture sceniche, presentazioni di libri e il premio di drammaturgia "Avamposti d'Autore", con nomi celebri del panorama artistico italiano

Dal cuore della Toscana torna la quarta edizione della rassegna artistica “Avamposti” nel Calenzano Teatro Festival 2013 a cura dell'associazione Teatro delle Donne. Dal 14 al 22 settembre, nove giorni di spettacoli, anteprime, letture sceniche, presentazioni di libri e il premio di drammaturgia “Avamposti d'Autore”, con nomi celebri del panorama artistico italiano come Isabella Ragonese e Veronica Pivetti.

Il programma della rassegna (prenotazione obbligatoria agli spettacoli):
Sabato 14 ore 21.30 al Teatro Manzoni: “African Requiem”, testo e regia di Stefano Massini, con Isabella Ragonese e Luisa Cattaneo, musiche di Enrico Fink eseguite dai musicisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, Enrico Zoi, Massimo Ferri, Luca Baldini, con il patrocinio del Premio Ilaria Alpi. Anteprima nazionale. Profili di coraggio: donne, giornaliste, un modo di vivere eticamente, coraggiosamente quell’eroismo quotidiano che inizia con il fare bene il proprio lavoro.

Domenica 15 ore 19.30, presso la ex scuola Mascagni: “Uomini senza donne” de Il Teatro delle Donne di Angelo Longoni con Duccio Baroni e Gabriele Giaffreda. E’ la storia di un'amicizia e di un amore traditi, ha pochissimi vincoli temporali e, col tempo, non è invecchiata. Anzi, l'incapacità di vivere in modo adulto e maturo i sentimenti da parte dei maschi trentenni, nel tempo, è solo peggiorata.

Domenica 15 ore 21.30 al Teatro Manzoni: “Hanno tutti ragione” di Pierfrancesco Pisani e Offrome, tratto dal romanzo di Paolo Sorrentino, con Iaia Forte. Tony Pagoda, cantante cocainomane, disperato e vitale, è una creatura così oltre i generi che può essere incarnato anche da una donna. Il ghigno gradasso di Pagoda nasconde un anima femminile, una “sperdutezza”, un anelito ad un “armonia perduta”.

Martedì 17 ore 21.30 al Teatro Manzoni: “A tratti brevissimi. Dialogo di una prostituta con un suo cliente” di Dacia Maraini, con Caterina Fornaciai e Luca Terracciano, regia Flavio Furno. Uno spettacolo cult di Dacia Maraini che è stato rappresentato in molti paesi del mondo viene rimesso in scena da due giovanissimi attori, diplomati presso la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova.

Mercoledì 18 ore 21.30 presso l'altana del Castello di Calenzano: “Ho smesso di piangere”, presentazione del libro, con Veronica Pivetti. L’autrice, attrice di successo, ha pianto così tanto che si è ritrovata ad annaspare nel mare della depressione. Dopo dieci anni di analisi, decine di psicologi e migliaia di pastiglie è uscita dal suo problema, ritrovando la forza del suo sorriso. Nel libro racconta questo lungo percorso senza censurare i momenti tragici e quelli involontariamente comici.

Giovedì 19 ore 21.30 al Teatro Manzoni: “Maniaci d'amore. Il nostro amore schifo” di e con Luciana Maniaci e Francesco D'Amore, regia Roberto Tarasco. Un composto di comicità, cinismo e puro surrealismo, un'indagine semiseria sul sentimento intricato della gioventù, sezionato e fatto a pezzi da due figli del nostro tempo, ingenui e al tempo stesso spietati.

Venerdì 20 ore 21.30 al Teatro Manzoni: “Avamposti d'autore. Premio di drammaturgia”, in collaborazione con Unicoop Firenze. Letture a cura di Monica Bauco, Luisa Cattaneo, Antonio Fazzini, Roberto Gioffrè. Una serata di letture dei testi finalisti selezionati da una qualificata giuria di addetti ai lavori, a cui spetta appunto il compito di scegliere i 6-8 brevi testi fra cui verrà assegnato il premio, che consiste nella presentazione del testo (che verrà nel frattempo completato) durante la stagione del teatro Manzoni.

Sabato 21 e domenica 22 alle 21.30 presso il Teatro Manzoni: “Gli ipocriti” de Il Teatro delle Donne, da “Il Misantropo” di Molière, rielaborazione e regia di Stefano Massini con gli attori della Calenzano Teatro Formazione (in replica lun 23/mar 24). Spettacolo in prima nazionale: capolavoro formidabile e spietato che non smette di parlarci dell'uomo e del suo stare al mondo.

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