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L'artista fiorentino presenta il suo nuovo progetto artistico dedicato ai luoghi delle meraviglie

Curato dalla Dott.ssa Elena Gollini, il progetto contiene le nuove opere monocromatiche dell'artista e una sezione di scritti che raccontano i luoghi delle meraviglie del mondo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FirenzeToday

Daniel Mannini ha intrapreso con slancio ed entusiasmo un intrepido avvincente viaggio pittorico, che lo sta conducendo nei meandri e negli anfratti di una ricerca sperimentale intrisa e permeante di componenti allusivi e concettuali sottesi e di dinamiche narrative di sorprendente e prolifica visionarietà intrinseca. Alla luce di tali importanti obiettivi che sta via via raggiungendo con risultati davvero soddisfacenti, si è cimentato nella preparazione di sette nuove opere pittoriche, che fungono da accompagnamento simbolico e da filo conduttore ad un nuovo progetto artistico curato dalla Dott.ssa Elena Gollini e dedicato a sezioni di iscritti che raccontano dei luoghi delle meraviglie, quei contesti unici e strepitosamente coinvolgenti, che il mondo ci offre e ci esorta a visitare in modo attivo e partecipe, per immedesimarci in quelle epoche passate destinate a fare parte in maniera primaria della storia umana e della dimensione esistenziale. A tal riguardo, la Dott.ssa Gollini si è espressa rimarcando: "È nato un progetto artistico di notevole qualità sostanziale, che diventa un corollario di contorno e di cornice per dare risalto alla nuova produzione di Daniel, un circuito inedito e originale come impostazione e orchestrazione cromatica, volutamente improntato sull'uso del monocolore protagonista per ognuna delle sette opere designate come testimonial rappresentativo di questa sfida sperimentale. L'esito che Daniel ha ottenuto è decisamente interessante, è una sorta di chiave di svolta nella sua proiezione informale, che lo incita e lo sprona a mettersi sempre alla prova, essere sempre più intraprendente, sentire il bisogno di misurarsi con una pittura mai incatenata dentro uno schematismo predefinito e preconfigurato a priori. Trovo molto valido questo tipo di esercizio, anche per alimentare la naturale predisposizione di Daniel e la naturale aspirazione a individuare strade e sentieri alternativi e non ancora battuti. Il viaggio di Daniel equivale metaforicamente al viaggio, che ciascuno deve affrontare per godere appieno di questi luoghi magnifici, di questi luoghi incantevoli e indimenticabili, facendosi guidare dalla purezza assoluta delle sensazioni emozionali più travolgenti e sconvolgenti in senso positivo". E ha poi concluso di argomentare sottolineando: "Il vero viaggiatore non si ferma soltanto all'apparenza visiva superficiale e marginale e allo sguardo fuggente e fugace, tantomeno si accontenta di un contatto spicciolo, ma cerca e trova quell'essenza di esclusività di approccio. Altrettanto fa il vero artista, che come Daniel diventa fautore e artefice di un proprio viaggio personale e soggettivo, discostandosi da quanto incontra a margine e addentrandosi senza riserve e senza limiti, per dimostrare in primis a se stesso la sua autentica vocazione creativa e la sua irrefrenabile aspirazione".

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