Ucraina, ripercussioni sul mondo del vino. Il consorzio lancia l’allarme per il caro-energia
La situazione illustrata dal presidente del Chianti Colli Fiorentini alla vigilia di Vinitaly 2022
"Spero che il nostro Chianti Colli Fiorentini torni presto sulle tavole degli ucraini. Uno dei nostri soci ha bloccato un ordine in partenza, peraltro già saldato” - lo ha detto, con la voce rotta, Marco Ferretti, presidente del consorzio. Frase emersa nel corso di una conferenza stampa in merito agli effetti della guerra in Ucraina sul mondo vinicolo del consorzio che può vantare una produzione annua di circa 900mila bottiglie.
La questione calda è che pesano i rincari di cui devono farsi carico le aziende: “L'aumento delle spese legato a costi, mezzi e vetro, porta la situazione sempre più al limite. Le difficoltà sono enormi, speriamo di trovare una soluzione. La richiesta alle istituzioni è quella di poter calmierare il prezzo dell’energia che è il costo primario della produzione”.
Il consorzio, 28 aziende su sedici comuni, con 310 ettari vitati, infatti punta a mantenere un livello qualitativo elevato evitando di giocare al ribasso sui prezzi. “La nostra produzione media negli ultimi 5 anni è stata di circa 13.000 ettolitri a confronto di una produzione massima di 22.000 ettolitri – ricorda Ferretti - non raggiungendo così mai il tetto di produzione totale, a dimostrazione del fermo impegno per la ricerca della qualità anche a discapito della quantità e di facili guadagni”.
Ferretti ha colto l’occasione per fare il punto della situazione in un momento caratterizzato tra l’altro dalla guerra in Ucraina e dagli ultimi effetti post pandemia. “Il rincaro del prezzo dell’energia rappresenta anche per il nostro settore un gravissimo problema – ha detto -: ogni giorno dobbiamo sostenere costi più alti per l’acquisto dei vari materiali, subiamo rincari che arrivano fino al 30% - per esempio le bottiglie di vetro. Questo comporta un aumento di prezzo (attualmente di circa il 10%) anche del nostro prodotto che non viene accettato dai compratori. C’è il rischio di un cortocircuito che potrebbe provocare gravi danni all’intera filiera”. Semplificando, il costo dell’imbottigliamento che sarebbe salito da 1,10 euro a 1,50 euro.
La questione dei rincari, dovuti all’aumento del costo dell’energia, torna sul piatto alla vigilia del Vinitaly. Manifestazione che partirà domenica e dopo due anni sarà dal vivo e a cui sarà presente il consorzio nel padiglione della Toscana.
Siccità
Il presidente ha toccato anche il tema della siccità e delle future vendemmie. “L’acqua delle scorse settimane non è sufficiente, bisogna evitare che le viti vadano in sofferenza”. Sull'emergenza climatica si è aggiunta la vicepresidente regionale, Stefania Saccardi, che ha ricordato come la Regione Toscana abbia già stanziato oltre un milione di euro per la creazione di piccoli invasi diffusi sul territorio così da consentire il recupero delle acque.
Il ritorno dei turisti
Fortunatamente non mancano delle note positive, come il ritorno dei turisti nordamericani che “hanno buona capacità di spesa e sono innamorati del territorio”. “Abbiamo segnali decisamente incoraggianti sul fronte del turismo enogastronomico, che quest’anno è partito con un mese di anticipo e da tempo fa registrare il tutto esaurito. Nonostante la guerra, gli statunitensi continuano a rappresentare i tre quarti delle presenze. Dobbiamo lavorare per non disperdere questo patrimonio”.
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