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Economia Greve in Chianti

Vini: tribunale Ue conferma tutela marchio "Gallo nero" per il Chianti Classico

Contro il tentativo di un’azienda romana di registrare un disegno simile

Nel “pollaio” dell’enologia può cantare solo un gallo. Ed è quello nero della Docg Chianti Classico. Ieri il tribunale di primo grado dell'Ue ha confermato, con una sentenza emessa a Lussemburgo, la decisione presa nel 2020 dall'Ufficio europeo per la proprietà intellettuale (Euipo) a tutela del noto marchio di qualità collettivo Gallo Nero, usato dal consorzio Chianti Classico, e di rifiutare la registrazione come marchio Ue del simbolo di un gallo per identificare altri vini.

Nel 2017 un’azienda romana aveva presentato all'Euipo una domanda di registrazione di un disegno che riproduce, a colori, un gallo per farlo valere come marchio europeo di vini. Il Consorzio Chianti Classico aveva immediatamente presentato opposizione. Nel 2020, l'Ufficio Ue per la proprietà intellettuale aveva dato ragione al Consorzio e respinto la richiesta di registrazione. Secondo l'Euipo, tenuto conto dell'immagine di eccellenza e di prestigio associata al marchio già esistente del gallo nero Chianti, consentire l'uso del nuovo marchio del gallo colorato avrebbe comportato un indebito vantaggio a favore dell’azienda romana. Quest’ultima aveva però presentato ricorso al Tribunale di primo grado della Corte europea di Giustizia. Con la sentenza di ieri il Tribunale Ue respinge quindi l'impugnazione e conferma la decisione dell'Euipo che salvaguarda gli interessi del marchio "Gallo nero" Chianti.

Il Tribunale rileva che l'Euipo ha correttamente e senza alcuna contraddizione concluso che, alla luce delle somiglianze tra i marchi sul piano visivo e concettuale, esiste globalmente una somiglianza tra i disegni in conflitto.

Il punto decisivo, comunque, sottolinea il Tribunale Ue, è che, al di là del grado di somiglianza tra i due disegni, vanno evitati fenomeni di parassitismo commerciale: l'uso del marchio bocciato da parte dell’azienda romana, utilizzato per dei vini, avrebbe potuto comportare un vantaggio indebito tratto dalla notorietà, dal prestigio e dall'eccellenza proiettati dal marchio anteriore, con il rischio concreto che il pubblico di riferimento associasse l'immagine del gallo colorato a quello del gallo nero dei vini Chianti.

"Plaudiamo alla pronuncia del Tribunale Europeo che ci rende ancora più consapevoli della forza comunicativa del nostro marchio figurativo, ma soprattutto dell'eccellenza che la nostra denominazione rappresenta nel mondo. In questo momento idealmente ringrazio i 33 viticoltori che nel 1924 decisero di individuare un marchio figurativo così potente come simbolo della denominazione. Viva il Chianti Classico!". Così commenta la sentenza in una nota Giovanni Manetti, presidente del Consorzio Chianti Classico.
  
Questa non sarebbe però la prima diatriba nella tutela legale del marchio. I tribunali europei hanno già affermato in più occasioni questo principio di tutela del Gallo Nero, e per ben 61 volte negli ultimi 15 anni gli Uffici Marchi di tutto il mondo hanno riconosciuto il principio così come si espresso dal Tribunale Europeo.

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