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Veste le vip hollywoodiane: è fiorentina e sogna l’America

La storia di una stilista fiorentina che, dopo un'esperienza importante in una nota maison, vuole conquistare il successo negli Stati Uniti

La  sua mano ha vestito Beyoncè, Jennifer Lopez e la super top model Kate Moss. E loro probabilmente non lo sanno nemmeno. Infatti tutte hanno indossato abiti dello stilista fiorentino Roberto Cavalli, dove lei ha passato dieci anni della sua vita. Esperienze, stress e sudore tra le pareti della nota maison gigliata. Ma anche soddisfazione. Come quando hai visto in tv dei capi disegnati da lei indosso alle ragazze di Sex and The City.  Giusto, ma chi è lei? Valentina Perissi stilista cresciuta all'ombra del Bargello. Insomma di Firenze - Firenze. Una carriera intrapresa dopo che sin da piccola ha visto entrare modelle e stilisti nella sua casa di via del Proconsolo: il padre è un noto fotografo. Max. Molto in auge negli anni Ottanta. Un mondo di moda e volti noti masticato sin da piccola. E in cui riusciva. Quando ha frequentato l'istituto di Porta Romana, in matematica e storia non spiccava granché, era nella media, ma brillava nel disegno a mano libera per la sua creatività nel disegnare abiti e stampe.

Passione e dote concretizzate appena ha compiuto 18 anni, quando ha vinto un premio tra 1500 partecipanti messo in palio dalla Bigstar. Lavoro poi esposto anche a Pitti Uomo. Ragazza dinamica: taglia, cuce e arrangia capi di abbigliamento con tessuti e materiali anche improvvisati. Dinamicità notata e che la porta a ‘galoppare’ nel brand Just Cavalli dal 1998 al 2009. Nel 2008 vince a Roma un premio nella manifestazione “Il meglio del Made in Italy” come stilista emergente. Inventiva espressa anche nella sua linea T.T.T. Poi cambia, e si butta nella sede europea della Seven Jeans a Milano. E ancora una nuova avventura, è una trottola: ricerca nuove tendenze e collezioni. Viaggia in Turchia, Grecia, Giappone e spesso vola a New York. Proprio nella Grande Mela visita le passerelle, di continuo. “L’America dà strumenti, fornisce opportunità anche a chi è figlio di nessuno. Lì il merito pesa. L’Italia per la moda è il massimo, ma per certi aspetti è troppo statica”.

Moda ma anche altro. Valentina Perissi non è solo una creativa, ma ha anche un lato più duro che esce fuori in una palestra di San Frediano dove si scarica facendo pugilato. Le soddisfazioni, in questo campo sono vedere celebrità che indossano qualcosa su cui tu hai passato delle ore, non mancano anche in Italia. Anche in città. Nel film “Una moglie bellissima”, del regista Leonardo Pieraccioni, due abiti della protagonista Laura Torrisi era firmati proprio da Valentina.

“Sono andata e tornata dagli States almeno una dozzina di volte, mi affascina quell’ambiente. Vorrei portare il mio know how di esperienze e culturale oltre l’Atlantico!”. “Il mio motto di vita? Mi viene in mente una frase: In questa città conta solo il Dio denaro ma se sfondi qui il successo sarà globale”. L’obbiettivo è quello di scalare lo skyscraper della moda in una vita ping pong tra Firenze e la terra delle grandi occasioni.

Che cerchi l’Eldorado del pret a porter? Sì vedrà, comunque la stilista fiorentina che in passato aveva anche espresso la volontà di vestire l’ex sindaco di Firenze Matteo Renzi, ora Primo Ministro, si tiene attaccata alle sue origini. “Tutti i materiali che uso sono italiani, faccio personalmente il giro dei fornitori”. Altri riconoscimenti sono arrivati dalla stampa nipponica quando ha creato una linea per La Riviera.

Moda, i lavori di Valentina Perissi

Imperfezioni? E’ single pur avendo anche un passato da modella. “Il mio sogno sarebbe mischiare la mia arte, con quella del mondo di hollywoodiano. Non solo cinema, anche teatro, musica e mondo dello sport”.  Verrebbe da chiedersi perché andarsene dall’Italia se tante tra le più grandi griffe sono di stanza nel Belpaese? “Le metropoli sono entusiasmanti. Coinvolgenti. Mi sono trovata per caso a conoscere personaggi del calibro del cantante degli Aerosmith. E’ un posto dove c’è da sgomitare ma c’è spazio per tutti”. “Un ambiente con cui mi sento in sintonia, a volte qui sembro un po’ un pesce fuor d’acqua. L’America per me è adrenalina pura,  il sale della vita per chi crea”.
 

 
 

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