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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Carrefour: 1800 esuberi e oltre 100 cessioni

Andreani (Uiltucs): “Paradossale Ceduti i negozi più performanti. Basta logica del profitto ad ogni costo!”    

Annuncio choc di Carrefour al termine della trattativa di ieri i sindacati: per il colosso della distribuzione grande distribuzione ci sono 1.800 esuberi. C’è di più: 100 negozi saranno ceduti.  Lo rende noto l'Unione italiana lavoratori del turismo, commercio e serviz'(Uiltucs).

Una realtà, quella dell'azienda francese, presente in Italia con la multicanalità dei diversi formati (Ipermercati, supermercati, “superette”, ossia market di piccole superfici, e Cash&Carry) con oltre 1400 punti vendita tra diretti e in franchising, e 16.000 dipendenti diretti. “È un fulmine a ciel sereno, non ci aspettavamo certo l’annuncio della quinta ristrutturazione in 10 anni, e l’ennesima riduzione di personale”, commenta il segretario generale Paolo Andreani, che spiega il quadro comunicato: “La multinazionale accelera sul franchising, rivede il piano industriale del 2019 e penalizza l’occupazione. È destinata a calare l’occupazione diretta in modo consistente. Quel che è grave, inoltre, è la possibilità, in prospettiva, dell’impoverimento dei salari, e delle condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti nelle cessioni”. 

Scendiamo nel dettaglio. Al momento sono previsti, secondo Carrefour, 1.800 esuberi sull’intera rete di cui ben 170 nella sede centrale in Milano. Un taglio del personale diretto di oltre il 10% rispetto all’organico totale che a fine 2020 ammontava ad oltre 16.000 unità. 

Sarebbe prevista entro il 2022 la cessione a terzi di oltre 100 punti vendita diretti, nei fatti il 30% della rete esistente dei relativi formati. Tale cessione coinvolgerà oltre 1000 delle 1800 unità coinvolte. 

“Aver lavorato per garantire un servizio essenziale in tempo di pandemia non è servito a rendere stabile il rapporto di lavoro - commenta il segretario generale aggiunto Uiltucs Paolo Andreani - Carrefour licenzia centinaia di lavoratrici e lavoratori per ridurre i costi dopo aver praticato scelte commerciali sbagliate. La multinazionale non è più credibile nelle relazioni sindacali”.

“Serve ora un nuovo Patto di governo della trasformazione aziendale in atto”, ha aggiunto Andreani, sottolineando come nel settore distributivo siano le donne, ancora una volta, “a pagare il prezzo più alto. Alle penalizzazioni dovute alla pandemia per i carichi familiari e i disagi nel lavoro si aggiunge oggi la beffa della ricerca del profitto a tutti i costi della multinazionale francese. Vedremo quale responsabilità sociale metterà in campo Carrefour”. E conclude: “In tutto il settore distributivo, il fenomeno delle terziarizzazioni sta diventando centrale. Se non gestito adeguatamente dobbiamo mettere in conto che il lavoro sarà più precario e più povero. Potrebbero essere applicati contratti collettivi pirata e favoriti imprenditori senza scrupoli. La vertenza Carrefour sarà lo spartiacque. Serve un grande accordo che in nome della responsabilità sociale tanto decantata dall’impresa aiuti il lavoro a non perdere valore”.

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