La Uil apre gli sportelli immigrazione: “Un dovere dare risposte, basta sfruttamento sul lavoro"
Le parole di Triestina Maiolo, responsabile immigrazione della Uil Toscana, all'inaugurazione degli sportelli per immigrati: "Donne e giovani i più penalizzati dalla pandemia"
Lo sfruttamento dei lavoratori stranieri c'è anche in Toscana. Nei campi del Chianti come nelle concerie del Pisano, passando per i siti industriali dell'Osmannoro, solo per fare alcuni esempi.
Lo ha ricordato Triestina Maiolo, responsabile immigrazione per la Uil Toscana, ieri pomeriggio, in occasione dell'inaugurazione dei dodici sportelli - di fatto già attivi - che il sindacato dedica in Toscana ai lavoratori immigrati.
“I cittadini stranieri residenti in Toscana sfiorano i 400mila, sono oltre il 10% della popolazione. In grandissima parte lavorano, spesso in condizioni di sfruttamento”, sottolinea Maiolo, parlando dalla struttura fiorentina di via Corcos, all'Isolotto, sede fiorentina dello sportello.
“E' difficile avere un dato preciso ma, a titolo di esempio, succede continuamente di vedere lavoratori stranieri che, a parità di mansione svolta, hanno bustepaga inferiori anche di diverse centinaia di euro rispetto ai colleghi 'locali'”, prosegue la sindacalista, che assicura “il massimo impegno per aiutare i lavoratori sia nelle pratiche burocratiche ma anche e soprattutto lavorando per renderli più consapevoli dei loro diritti”.
Quattordici ore al giorno a un euro e mezzo l'ora, 2 arresti
"Spesso, anche qui in Toscana, lo sfruttamento sfocia in vero e proprio caporalato. Bisogna dirlo”. Subìto da lavoratori che, a differenza di quanto si pensi, molto spesso hanno nei loro Paesi di origine un'istruzione alta, “ma qui accettano impieghi altamente al di sotto delle loro qualifiche”. I settori dove sono più impiegati i lavoratori stranieri sono quelli dell'edilizia, dell'agricoltura, il conciario.
Gli effetti della pandemia di Covid, anche tra i lavoratori stranieri, hanno pesato soprattutto sulle donne e sui giovani. “In entrambi i casi registriamo un meno 2 per cento di occupati, e per loro ritrovare un lavoro regolare sarà molto dura”.
Parole non tenere anche per la burocrazia. “I costi e le procedure alle quali sono sottoposte queste persone per avere un permesso di soggiorno, tra code estenuanti e rimbalzi da un ufficio all'altro, sono aberranti”, dice testualmente la sindacalista Uil.
"E' un dovere dare risposte ai cittadini stranieri e questi sportelli - conclude la sindacalista -, saranno un aiuto e un sostegno ma anche uno strumento per verificare cosa accade nei territori e far emergere le sacche di illegalità”.
Caporalato nell'edilizia, 11 arresti
Il sindaco di Prato Matteo Biffoni, Pd, intervenuto in qualità di presidente regionale dell'Anci, l'Associazione nazionale dei comuni, chiede un cambio di passo a livello nazionale.“Abbiamo ancora in vigore la legge Bossi-Fini del 2002. Una normativa da superare perché di fatto - sottolinea Biffoni -, chiedendo agli imprenditori di assumere sulla fiducia i lavoratori stranieri senza nemmeno vederli, mentre sono ancora nei loro Paesi di origine, rende impossibili gli arrivi regolari”.