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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Società Partecipate, sprechi e perdite, la situazione a Firenze

Di chi è la colpa delle perdite nei profitti e dei buchi di Bilancio?

Tommaso Grassi, ex candidato sindaco e oggi capogruppo Sel in Palazzo Vecchio analizza i dati emersi dalla relazione sulla stato di salute delle Società Partecipate definite a più riprese come "Carrozzoni" dove conta solo "assegnare le poltrone".

"Si stia attenti a vedere nel numero e nell'assetto di queste società ogni male - spiega Grassi - aprendo una pericolosa strada a privatizzazioni che appaiono più le svendite di fine stagione, a ripercussioni sul personale, la cui unica colpa è quella di aver avuto in alcuni casi una dirigenza incapace, o riassetti e accorpamenti che hanno davvero poco senso"
Firenze Parcheggi, Sas, Mukki, SILFI, ATAF e Firenze Fiera sono alcune realtà del capoluogo toscano.

Il rischio del populismo. "Perchè invece di parlare di posti nei Consigli di Amministrazione non si parla delle retribuzioni dei Consiglieri e di come alcune società, per allontanare il controllo degli Enti pubblici, creano scatole cinesi con altri CdA e nuovi Consiglieri retribuiti il cui accesso è negato persino a Consiglieri e Assessori. Qualche esempio? Ingegnerie Toscane e Le Soluzioni srl solo per fare due esempi fiorentini delle sotto-partecipate di Publiacqua, così Q-Thermo ed Helios per Quadrifoglio." 

"Firenze Parcheggi, nonostante le scelte 'di valore' del Presidente Bevilacqua, ex-Consigliere di Forza Italia all'epoca di Renzi e dell'ex-Amministratore delegato, capace di farsi nominare dai soci privati prima e poi da quelli pubblici, Marco Carrai, ha il bilancio in passivo perchè, come testimoniano lunghe lettere della società stessa, il Comune di Firenze, con Renzi Sindaco, ha deciso, senza prevedere alcuna compensazione per chi ne traeva beneficio, di eliminare i controlli sulla sosta lungo le strade, rendendo meno appetibili una serie di parcheggi come Fortezza o Alberti, oppure che l'eredità degli accordi con Firenze mobilità erano troppo onerosi o sopratutto che, negli ultimi anni, si sono dati troppi soldi per sponsorizzazioni ad amici e per iniziative spot d'immagine per quello o quell'altro politico.
 "Firenze Fiera. Difficile che una società che aveva un Presidente che metteva in conto alla società stessa le multe prese con la propria auto, che acquistava strumentazione mai utilizzata per oltre 180.000 euro, che si faceva rimborsare meno di un decimo delle spese effettive per Pitti Immagine, o che arrivava a sottoporre la società a numerosi quanto inutili traslochi da una sede all'altra, senza alcun apparente motivo valido, potesse avere un bilancio solido e in attivo"

"SaS. Il problema, è stato per anni detto dal Comune, sarebbe il numero elevato di dipendenti, invece i problemi erano ben altri: una dirigenza incapace e inutile, come l'allenatore di calcio del sottosegretario Lotti chiamato ad occuparsi di ciò che non era all'altezza di poter gestire, e dall'altra i troppo bassi corrispettivi che il Comune pagava alla società.
 Se si vogliono rifare le strade i soldi sono indispensabili e per molti anni durante il mandato Renzi sono stati spesi i fondi del patrimonio della società Sas: non ci stupiamo che si dica adesso che il patrimonio è quasi finito per coprire il buco di bilancio".

 "Scelte fatte sull'onda della demagogia e del populismo potrebbero rivelarsi ancora peggiori di quelle finora enunciate: si pensi a cosa significherebbe vendere, per gli allevatori del Mugello, come evidenziato qualche giorno fa anche dal Consigliere regionale Bambagioni, le quote pubbliche di Mukki che sarebbero persino, secondo i piani di Palazzo Vecchio, quotati in borsa, oppure cosa vorrebbe dire unificare una società come Silfi con SaS e ATAF.
 Si tratta di tre realtà completamente diverse, che è stato già detto dagli uffici non potranno mai essere unificate stando così la normativa nazionale, e la cui efficacia in termini di risparmio e convenienza per il Comune sarebbe assai limitata: temiamo che il vero progetto nascosto sia un accentramento finalizzato solo a poter distribuire nuovi e piu' significativi appalti a privati che farebbero peggio e ad un prezzo piu' elevato."

Il vero problema per Grassi sono "I nominati dell'Amministrazione fiorentina che o sono stati zitti di fronte all'uso strumentale delle risorse economiche di qualcuno fuori dal controllo diretto del Comune, oppure hanno contribuito al dissesto economico dando la colpa ad altri: peccato che se si scorrono i nomi questi spesso sono stati promossi con l'ascesa di Renzi a ruoli nazionali o continuano a pesare nei vari cerchi magici vicini al Premier. 
Perché non interpretare la vera sfida sulle partecipate in ottica metropolitana valutando caso per caso, Comune per Comune, esperienza per esperienza, talvolta importando e altre esportando i modelli gestionali più validi sull'intero territorio della Città metropolitana?".

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