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Economia

Il risparmio dei fiorentini alla prova dell’inflazione

Nuovo record per i depositi di Firenze e Provincia sui conti correnti. Malpeli (Banca Generali Private): “C’è asimmetria tra l’eccesso di liquidità e i ritorni delle Borse. È il momento di pianificare con attenzione”

I fiorentini? Grandi risparmiatori, anche nei momenti di crisi. È questa la fotografia scattata da Abi e Bankitalia dopo oltre un anno e mezzo di pandemia. Secondo le ultime elaborazioni rese pubbliche dai due enti, infatti, la mole di denaro tenuta ferma sui conti correnti delle banche presenti sul nostro territorio è salita del 6% da inizio 2020. Merito soprattutto delle famiglie che hanno contribuito per quasi il 66% a questa cifra, ma anche delle imprese che, in un momento di forte incertezza, hanno preferito rimanere ferme rinunciando agli investimenti.

Una fotografia, quella di Firenze e provincia, che riproduce fedelmente anche la condizione generale in cui si trova l’Italia intera. Proprio nei giorni scorsi, infatti, l’Associazione delle banche italiane ha reso noto come a fine maggio 2021 le somme depositate sui conti correnti siano aumentate dell’8,2% rispetto allo stesso mese del 2020. Un balzo record che, tradotto in numeri pratici, significa flussi per oltre 135 miliardi di euro in più, per un totale di 1.774,6 miliardi di euro. In pratica, quasi l’intero Pil nazionale.

Questi numeri ben evidenziano il clima di incertezza in cui vivono le famiglie fiorentine, un clima che percepiamo ogni giorno nel nostro lavoro sul territorio – spiega Antonio Malpeli, responsabile dei wealth advisor di Banca Generali Private in Toscana, che aggiunge -. In momenti come quello che stiamo attraversando, rifugiarsi nella liquidità è la scelta più immediata per tutti quegli investitori dal profilo di rischio prudente. Occorre però fare molta attenzione perché le trappole possono essere dietro l’angolo”.

E tra queste trappole ce n’è una che andrebbe davvero presa sul serio, ovvero quella che potrebbe scattare in caso di ritorno dell’inflazione. Dopo essere stata tenuta a bada dalle banche centrali per qualche anno, infatti, l’inflazione si sta rapidamente riprendendo la scena sui mercati e minaccia di erodere nel lungo periodo una parte non indifferente del risparmio detenuto dalle famiglie. L’allarme arriva ufficialmente dagli Usa dove, nel mese di giugno, l'indice dei prezzi al consumo è salito del 5,4% su base annua, ben oltre le attese degli analisti.

Una situazione che al momento sembra limitarsi solamente agli Stati Uniti ma che, come confermato dalla Bce, potrebbe presto estendersi anche all’Europa e all’Italia. Trovando terreno fertile in un contesto in cui il già citato record di depositi deve fare i conti con remunerazioni prossime allo zero. Sempre guardando al report dell’Abi, infatti, in Italia il tasso di interesse dei conti correnti si aggira oggi intorno allo 0,03%, praticamente azzerato. Il tutto senza considerare il 26% di tassazione che lo Stato esige per gli interessi sulla liquidità e i costi in continua crescita presso molti istituti nazionali.

In uno scenario come questo, è evidente che tenere tutta la liquidità ferma su conto corrente non solo può portare alla perdita di valore nel lungo periodo, ma anche di tutte quelle opportunità che offrono attualmente i mercati. Di fatto siamo davanti a una forte asimmetria generata dall’immobilizzazione dei risparmi in un momento storico in cui le borse stanno registrando guadagni record, come dimostra il +30% a livello globale da inizio anno – commenta ancora Malpeli, che aggiunge -. La soluzione ideale potrebbe essere quella di lasciare parcheggiata una parte di liquidità e di destinarne un’altra a investimenti prudenti, magari progressivi, che consentano di intercettare e sostenere la ripresa economica che si prospetta davanti a noi per i mesi a venire. È questa una strategia in grado di superare anche i rischi dalla volatilità dei listini”.

Dopo un anno e mezzo di pandemia, infatti, anche il mondo del risparmio e degli investimenti ha visto cambiare il proprio ruolo e oggi si propone come un valido alleato per la ripresa economica. Merito di una serie di nuove soluzioni pensate per sostenere il tessuto imprenditoriale delle pmi e la spinta verso quella transizione ecologica che è anche alla base del Pnnr varato dal Governo Draghi.

Oggi i risparmiatori hanno a disposizione un ventaglio di soluzioni senza precedenti per allargare al massimo le maglie della diversificazione. Si tratta di prodotti e servizi che ovviamente non possono essere gestiti col fai-da-te, ma che richiedono la consulenza di un esperto in grado di guidare le scelte. Non a caso nell’ultimo anno e mezzo le masse gestite dalla nostra rete sul territorio sono cresciute del 10%. Un segnale eloquente di come le famiglie abbiano capito che è ora di superare questa paura e muoversi verso una più efficace strategia di protezione patrimoniale” conclude Malpeli.

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