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Economia

Sempre più vicino il rischio usura, il problema è il credito negato

La Provincia di Firenze schierata in prima linea per dare l'allerta sull'avanzante pericolo usura. Solo in Toscana i centri della Toscana hanno assistiti 181 tra famiglie e piccole imprese in difficoltà finanziarie per un investimento di 13.132.000,00 euro, ma il rischio aumenta

Nei primi nove mesi del 2010 centinaia di fiorentini si sono rivolti alla Fondazione Prevenzione Usura. Tra le tante richieste esaminate dalla Fondazione, quelle che presentavano i presupposti previsti dalla legge sono state 40. L’intervento di aiuto, per questi 40 casi, ha riguardato una cifra complessiva di  2.665.000,00 di Euro”. Questi alcuni dei dati che sono stati forniti oggi a Palazzo Medici Riccardi, nel corso del convegno “Il credito negato. Le difficoltà di accesso al credito in tempi di crisi economica”, voluto  dalla Provincia di Firenze.


 I lavori sono stati presentati e coordinati da Antonella Coniglio, Assessore politiche sociali, sicurezza e legalità Provincia di Firenze. “La situazione che emerge in Toscana e nel territorio fiorentino merita grande attenzione anche da parte delle Istituzioni  – ha commentato l’assessore Coniglio – alla luce del fatto che i centri di ascolto e i centri di riferimento per la concessione del Microcredito di Solidarietà,  promosso dalla Regione Toscana, stanno registrando un incremento di richieste che si sviluppa con l’aggravarsi della crisi economica. La  crisi economica e la crisi del modello del welfare rendono i cittadini, gli artigiani, le piccole imprese i “soggetti deboli” ai quali anche le Politiche sociali devono guardare con grande attenzione per sviluppare   iniziative che promuovano il benessere in ogni settore della vita quotidiana.


DATI -
Secondo i  dati forniti dalla Fondazione Prevenzione Usura, nel periodo gennaio/settembre 2010, i centri della Toscana hanno assistiti 181 tra famiglie e piccole imprese in difficoltà finanziarie, per un investimento di 13.132.000,00 Euro.
“Il nostro intervento è completamente a titolo gratuito, senza recupero di alcuna spesa o commissione” ha specificato Leandro Chiarelli  vice presidente della Fondazione Toscana per la Prevenzione dell’Usura, che opera in provincia di Firenze da oltre un decennio.
 “Ad oggi – ha ricordato Chiarelli – nel territorio provinciale sono in funzione 9 Centri di Ascolto, in cui operano volontari, con specifiche professionalità, che forniscono le consulenze e rilasciano garanzie in denaro a favore delle banche per agevolare la concessione di finanziamenti”.
Inquietanti i dati forniti da “Sos utenti” e dal Forum antiusura bancaria, secondo i quali, a fine marzo 2010, tutto il comparto delle cosiddette famiglie produttrici che utilizzano credito per operazioni superiori  a  5.000,00 euro  autoliquidanti (sconto portafoglio e anticipi SBF su crediti) rischiava di sopportare tassi effettivi dell’8,37%, che di fatto supera il tasso usurante, fissato dalla legge l. n° 108\1996. “Su poco meno di 106 miliardi di euro di impieghi creditizi effettuati dalle banche in Toscana a fine marzo 2010 (Cifre riportare dal Bollettino Statistico della Banca D’Italia N° II 2010), alle imprese non finanziarie affluivano  60,3 miliardi di Euro, di cui 7,9 miliardi di Euro alle cosiddette famiglie produttrici. Quindi, la componente più debole del sistema economico regionale assorbiva a fine marzo 2010  il 13,18% delle risorse creditizie destinate alle attività produttive non finanziarie. Ciò significa che oltre il 13% dei prestiti alle attività produttive non finanziarie Toscane sono a rischio di condizioni usurarie”


NAZIONALE - Preoccupanti anche i dati su scala nazionale forniti dal  Forum Nazionale Antiusura Bancaria:  “Più di ventiquattro milioni (24,4) di nostri connazionali, cittadini e imprese, sono considerati come appestati dalle banche e dalle finanziarie. Circa 1.250.000 nuclei famigliari rischiano l’espropriazione della casa e di ogni altra proprietà;  1.600.000 piccole imprese saranno costrette a breve a chiudere l’attività; 1.300.000 piccole e medie imprese vanno ormai inesorabilmente verso il fallimento”.

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