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Martedì, 21 Marzo 2023
Economia

Pasticcerie in difficoltà per gli aumenti: “Zucchero e burro costano il doppio rispetto all'anno scorso”

A pochi giorni dal Natale non si ferma l'aumento dei costi delle materie prime, che “lievitano” sempre di più con un aumento dei prezzi per i clienti

Lievitano i lievitati. Oltre alla crisi energetica i rincari sulle materie prime pesano pasticcerie e bar, che nel giro di un anno hanno visto impennarsi i prezzi di zucchero, burro, latte e uova. In pratica tutte materie indispensabili per questo tipo di attività. Tutto ciò va inevitabilmente ad influire sul cliente finale, che dovrà pagare qualcosa in più per avere sulla tavola di Natale i classici pasticcini post pranzo o le varie torte: “Il burro un anno fa costava intorno ai 7 euro al chilo, adesso costa mediamente 11,50 euro al chilo – racconta il titolare della pasticceria Giorgio a Soffiano -. Lo zucchero invece è raddoppiato. Un chilo costa 1,50 mentre l'anno scorso si pagava 70 centesimi. Stesso discorso per le uova: una cassetta che ne contiene 180 è aumentata di 10 euro. Un aumento considerevole, considerato che un'attività come la nostra consuma circa 6000 uova a settimana”.

Tutto ciò, come già detto, va a discapito sia dell'esercente e di conseguenza del cliente che dovrà sborsare qualcosa in più per fare colazione o ritirare un dolce: “Abbiamo dovuto fare degli aumenti di un euro sulle paste fresche, come millefoglie, crostate di frutta ecc. Il rischio è che se si continua così, nessuno farà più le paste fresche, perché richiedono molta lavorazione e con questi aumenti arrivano a costare ancora di più, sia per noi che per il cliente”.

C'è chi invece cerca di mantenere fermi i prezzi per accontentare i clienti, come la pasticceria Bellucci: “Tutto è aumentato, ma alzando i prezzi finali si rischia di perdere i clienti. Per questo noi abbiamo deciso di non apporre modifiche sulla maggior parte dei nostri prodotti. Lo so, questo è un rischio, perché c'è la possibilità di rimetterci. Le uniche modifiche che abbiamo attuato sono sulla tazza del caffè, che abbiamo passato da 1,10 euro a 1,20 euro, così come le brioche, aumentate di 10 centesimi”. 

“La mia fortuna – racconta il titolare della pasticceria Pegaso – è che fino al mese scorso ho avuto il prezzo bloccato dell'energia. Il problema è di tutti, del singolo cittadino, del pensionato. Penso che questo, purtroppo, sia un punto di non ritorno. La roba aumenta e non tornerà più giù. Passerà per normale ciò che un anno e mezzo fa era follia. Non possiamo permetterci nemmeno di aumentare chissà quanto i prezzi, perché le tasche delle persone rimangono quelle e soffrono questa situazione quanto noi. Manovre all'atto pratico vedo che non ce ne sono, quindi si naviga a vista. Come si dice a Firenze che Dio me la mandi bona”.

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