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L'anno orribile dell'olio, produzione dimezzata rispetto al 2020: "Ma il prezzo non ne risentirà"

I fattori che hanno influito sullo scarso raccolto: parla il portavoce del consorzio dell'olio extravergine toscano Igp, Christian Sbardella

Sta diventando una vera e propria caccia al tesoro la ricerca dell'olio nuovo. Ottobre è il mese del raccolto e come ogni anno anche quello in cui si capisce che annata sarà. Si dice che quest'anno la produzione di olio sia particolarmente scarsa. E' vero? A chiarirci le idee in merito è il portavoce del consorzio dell'olio extravergine toscano Igp, Christian Sbardella.

"Purtroppo è così. - spiega - Nel 2020 abbiamo avuto un raccolto straordinario, sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo. Quest'anno la qualità resta ottima, ma la quantità è ridotta del 50%". 

Chiari anche i motivi che porteranno a una così scarsa produzione: "Ci sono stati fattori climatici e ambientali sfavorevoli: - sottolinea il portavoce del consorzio  - alcune gelate ad aprile e anche la siccità che si è protratta da giugno a settembre, proseguendo fino ad ottobre. Il deficit idrico ha impedito alla pianta di svolgere il suo ciclo biologico: al fiore, seccato dall'ondata di calore di giugno, non è stato permesso di passare naturalmente a frutto. E le olive sono state stressate da una carenza idrica".

Quantomeno la scarsità quantitativa non ha scalfito la qualità del prodotto: "Chi riesce a fare olio extravergine toscano Igp e lo sa fare a dispetto delle avversità climatiche sa che, nonostante tutto, riuscirà a portare a casa un buon livello qualitativo", aggiunge Sbardella

L'interesse del consumatore è anche quello economico e c si chiede se questa riduzione influirà anche sul prezzo dell'olio. "Non particolarmente. - rassicura il portavoce del consorzio - L'olio Igp costa mediamente la stessa cifra, salvo lievi incrementi. Si va dai 13 euro al litro in su".

Questa "povertà" porterà anche un danno economico. Se nel 2020 il valore al consumo del prodotto olio Igp toscano è stato di circa 50 milioni, possiamo dire che quest'anno sarà, se non dimezzato, quasi. E' difficile fornire delle cifre in questa fase, ma una stima approssimativa e realistica può far prevedere un valore di 30 milioni.

Ma al di là del prezzo, quali consigli possiamo dare al consumatore che vuol comprare un buon olio da olive toscane? "Sugli scaffali del supermercato è fondamentale l'etichetta. - chiarisce Sbardella - Occorre che ci sia il marchio Igp toscano. L'etichetta è la miglior garanzia, al di là delle assicurazioni fatte a voce. Certamente poi è utile cercare le aziende del territorio ma occorre accertarsi di trovare le aziende agricole che hanno le coltivazioni nella regione e non quelle che, ad esempio, l'olio in Toscana lo imbottigliano e basta".

In Toscana ci sono circa 7 milioni di piante di ulivo e circa 9mila associati al consorzio Igp dell'olio extravergine. L'ulivo cresce dalla costa alla collina: non esiste una zona in particolare che garantisce la qualità del prodotto rispetto ad un'altra. 

In alcune regioni, come la Puglia, gli ulivi sono stati affetti dal batterio della Xylella. Un fattore che ha rappresentato un danno sociale e paesaggistico oltre a quello economico provocato dal ridimensionamento del raccolto. Fortunatamente in Toscana la qualità dell'olio è garantita anche dal punto di vista fitosanitario per l'assenza di danni da agenti patogeni. La Xylella non ha avuto in Toscana ripercussioni sul prezzo dell'olio "perché sono circuiti differenti", specifica il portavoce del consorzio. 

"L'olio toscano ha una quotazione doppia rispetto all'olio italiano in generale ed è un prodotto di nicchia che rappresenta in termini quantitativi il 3% del mercato italiano. Di questo 3% il 18% è olio Igp. Quest'anno dal punto di vista quantitativo la situazione è difficoltosa al centro e al nord Italia, - conclude - ma è migliore al sud".

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