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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

"Olio extravergine contraffatto": denuncia shock del New York Times

Il quotidiano ha pubblicato 15 vignette in cui denuncia come l'olio venga mischiato a prodotti meno pregiati: "Effetto negativo sull'immagine e sulle vendite all'estero dei nostri prodotti"

Denuncia shock del New York Times sull’olio extravergine italiano. Il quotidiano statunitense ha pubblicato un fumetto - denuncia in cui il simbolo della dieta mediterranea diventa una “barzelletta” mondiale.

"Il suicidio dell'extravergine - l'adulterazione dell'olio di oliva italiano" è il titolo delle 15 vignette di Nicholas Blechman, art director del New York Times, che basa il suo lavoro sul blog Truth in Olive Oil, gestito da Tom Mueller autore del libro Extraverginità, il sublime e scandaloso mondo dell’olio di oliva", che domani verrà presentato in Parlamento.  Dentro il suicidio dell’extravergine si racconta di come l’olio venga importato da Paesi del Mediterraneo e mischiato assieme a oli di bassa qualità, quindi sofisticato con il beta carotene per camuffare il sapore e venduto come italiano, grazie a leggi troppo permissive.

La vicenda non è da poco sia per l’autorevolezza e il peso del quotidiano sia perché il 70 percento dell’olio toscano IGP è diretto proprio negli States.

La Coldiretti però precisa come questo suicidio da loro sia stato già denunciato da anni.  Per Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana “le vignette avranno un effetto negativo sull’immagine e sulle vendite all’estero dei nostri prodotti. Purtroppo il New York Times denuncia con forza e con efficacia una situazione che conosciamo bene tutti, politica compresa, ma a cui probabilmente non si vuole dare una risposta chiara. Una legge per la trasparenza e l’etichettatura c’è, è stata approvata dal Parlamento Italiano dopo lunghe ed estenuanti battaglie della nostra organizzazione che hanno avuto un momento importante anche a Firenze, alla Leopolda con la grande mobilitazione, ma Bruxelles sta tentando di insabbiarla”.

Dura la reazione anche del Presidente dell’Olio Toscano IGP, Fabrizio Filippi, il maggior consorzio di olivicoltori italiano: “il New York Times denuncia una situazione che andiamo denunciando da tempo ma che alza il livello del dibattito ulteriormente. Fino a che non capiremo che questa non è la strada giusta, che questo sistema è sbagliato, e che servono pene severe, il miracolo continuerà ad avverarsi puntualmente diventando purtroppo una brutta abitudine”. Ma Filippi è anche sicuro che il consumatore, se messo in condizioni, saprà selezionare i prodotti: “il nostro olio non è solo italiano, è toscano al 100%; - spiega ancora – c’è un’etichetta chiara, evidente, un codice di tracciabilità che è sinonimo di serietà e di qualità. I consumatori possono stare tranquilli”.invito Extraverginità in parliamento 29 gen 14-2

Secondo il New York Times la maggioranza dell’olio di oliva venduto come italiano proviene in realtà da Paesi come Spagna, Marocco e Tunisia che esportano in Italia dove arrivano anche olio di soia ed altri oli di bassa qualità che vengono etichettati e contrabbandati come extravergini di oliva. Ed anche questo non è certo un segreto: in Toscana esiste la concentrazioni più significativa di produttori (17,3%) e trasformatori (16,9%) dove a prevalere sono proprio gli operatori oleari con 325 molitori e 721 imbottigliatori. Un record nazionale se contiamo che la Puglia, la regione che produce più olio nel nostro paese, ha “solo” 163 molitori e 140 imbottigliatori.

"Ad ogni litro d’olio prodotto – denuncia ancora Coldiretti - nella nostra regione corrispondono 10 litri di olio imbottigliato che finisce negli scaffali nazionali e soprattutto internazionali dando così vita alla parabola della “moltiplicazione” dell’extravergine. Nella regione regina di qualità ben 5 dei 43 extravergine italiani riconosciuti dalla comunità europea secondo l’ultimo rapporto Istat con 4 Dop (Terre di Siena, Chianti Classico, Lucca, Seggiano) e 1 Igp (Toscano Igp), si produce appena il 4% dell’olio nazionale ma se ne imbottiglia e commercializza il 36-37%; 10 volte l’olio che i nostri 17milioni di olivi sarebbero in grado di sostenere. La parte mancante di quel 36%-37% che “gonfia” la capacità produttiva toscana arriva dall’estero, Tunisia, Spagna, Grecia, per essere miscelata e confusa con l’olio toscano attraverso marchi famoso sinonimo di garanzia di qualità ed italianità".

"La serie di vignette - riferisce Coldiretti - spiega che l’Italia è il principale importatore mondiale di olio e che nelle raffinerie italiane l’olio di oliva è miscelato con oli meno costosi e dopo l’aggiunta di beta-carotene per mascherare il sapore e di clorofilla per dare colore, viene imbottigliato ed etichettato come extravergine Made in Italy. Le bottiglie sono spedite in tutto il mondo ed anche in Paesi come gli Stati Uniti, dove si dice che il 69 per cento delle bottiglie vendute si ritiene manipolato. Nonostante il fatto che uno speciale corpo dei Carabinieri sia addestrato per scovare l’olio adulterato ed i ripetuti raid dei diversi corpi di polizia nelle raffinerie, gli industriali sono raramente perseguiti anche perché molti possono contare su legami con potenti rappresentanti del mondo politico. Il risultato di tutte queste frodi sono i bassi prezzi dell’olio di oliva italiano che di sta di fatto suicidando, conclude laconicamente il New York Times".

"Il racconto del New York Times - sottolinea ancora Coldiretti - riporta una realtà, purtroppo già nota e denunciata, di numerose frodi e contraffazioni come quella scoperta recentemente dalla Guardia di Finanza in Toscana che ha portato al sequestro di 8 milioni di bottiglie di olio di oliva destinato al mercato, con una origine e qualità diverse da quelle presentate. A fronte di questi fenomeni sotto il pressing della Coldiretti è stata approvata nel febbraio 2013 la cosiddetta legge “salva olio” che contiene misure di repressione e contrasto alle frodi e di valorizzazione del vero Made in Italy. Ancora oggi la legge non risulta pienamente applicata per l’inerzia della pubblica amministrazione e per l’azione delle lobby industriali denunciate dallo stesso New York Times, a livello nazionale e comunitario. Ora - continua Coldiretti - c’è la possibilità in Parlamento nella discussione in corso sulla legge comunitaria di approvare uno specifico emendamento diretto ad rispondere alle osservazioni dell’Unione Europea ed a rendere operativa la norma, ripristinando tra l’altro il tappo antirabbocco a tutela del vero extravergine italiano anche nella ristorazione. L’Italia ha dunque l’occasione – conclude - di ricostruire una credibilità internazionale e di salvaguardare il mercato di una primaria realtà economica, occupazionale ed ambientale contro il rischio di quello che il New York Times ha chiamato il suicidio del Made in Italy".

Il fumetto del NYT contro l'olio italiano

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