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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Movimprese Toscana, rapporto sul commercio del III trimestre 2015

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FirenzeToday

Nel terzo trimestre del 2015 le iscrizioni di nuove imprese ai registri delle Camere di Commercio della Toscana sono state 5.386, in aumento del 4,4% su base annua (+228 rispetto allo stesso periodo del 2014), mentre le imprese cessate (non d’ufficio) sono state 3.951 (-1,5%); risultano inoltre 2mila le aperture di nuove unità locali, contro 1.536 chiusure. Il risultato è un trimestre che presenta un saldo anagrafico positivo e in miglioramento rispetto ad un anno fa, grazie soprattutto al crollo delle chiusure aziendali, mai così basse nel periodo estivo da dieci anni a questa parte. Tra luglio e settembre, tuttavia, il fenomeno delle crisi aziendali ha subìto un’attenuazione solo parziale:

  • sono 1.062 le aziende toscane entrate in scioglimento e liquidazione, con una diminuzione del 6,9% (pari a -79 unità in termini assoluti) rispetto a luglio-settembre del 2014;
  • sono 42 le aziende che hanno aperto concordati fallimentari o preventivi e accordi di ristrutturazione debiti un livello relativamente stabile (solo due in più dell’anno precedente);
  • sul fronte dei fallimenti, invece, in regione ne sono state registrate 238, in deciso aumento rispetto all’analogo periodo del 2014 (+24,6% pari a +47 unità) ed in controtendenza rispetto alla diminuzione rilevata a livello nazionale

A fine settembre 2015 le imprese registrate presso le Camere di Commercio della Toscana sono 414.552. In un anno (dal 1/10/2014 al 30/9/2015) sono nate, dentro i confini regionali, 26.549 nuove imprese e ne sono cessate 23.350, per un saldo positivo di 3.200 unità.

Si tratta del risultato migliore degli ultimi quattro anni, che porta il tasso di crescita imprenditoriale al +0,8%, in aumento rispetto a quello registrato a settembre 2014 (+0,5%).

Il motivo che sta alla base di questo recupero è il calo evidente del tasso di cessazione, sceso dal 6,5% del III trimestre 2013 all’attuale 5,7%, mentre il tasso di iscrizione si colloca al 6,4% (un valore relativamente stabile se confrontato al 6,6% di due anni fa).

In pratica, a fine estate 2015, il bilancio imprenditoriale risulta positivo soprattutto in virtù di una maggiore capacità di sopravvivenza delle imprese operanti sul territorio regionale.

Sono questi i principali risultati contenuti nel report dell’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana che aggiorna i dati sulla nati-mortalità imprenditoriale al III trimestre 2015.

“I segnali che vengono dall’economia reale confermano che è in corso un’inversione di rotta rispetto al recente passato – ha commentato Andrea Sereni, Presidente di Unioncamere Toscana – Se però i numeri sono in generale confortanti, continua a preoccupare il dato relativo ai fallimenti, aumentati fra luglio e settembre di oltre il 24% rispetto al 2014, risultando oltretutto in controtendenza anche rispetto al trend nazionale; così come il dato relativo alla nuova flessione delle imprese guidate dai giovani, il cui contributo, in particolare quello dei profili migliori e più preparati, potrebbe rivelarsi invece una risorsa efficace per uscire dalla crisi. Sono infatti gli under 35 ad avere spesso talenti, approcci e capacità innovative. Diventano quindi sempre più importanti le iniziative, promosse dalle Istituzioni volte ad incentivare i nuovi progetti, mettendo in contatto le capacità con il mondo dell'impresa e in questo senso le Camere di Commercio stanno lavorando da tempo con buoni risultati. E’ nostro auspicio pertanto che la loro riorganizzazione possa davvero rivelarsi uno strumento in più per facilitare anche questi processi e cogliere le opportunità che stanno maturando in questa fase.”

I SETTORI DI ATTIVITA’

I settori che determinano la crescita del tessuto imprenditoriale toscano rientrano principalmente nell’aggregato dei servizi, mentre il numero di imprese di costruzioni ed agricoltura continua a ridursi. Per quanto riguarda l’agricoltura, nel periodo ottobre 2014-settembre 2015 il settore evidenzia un calo di 231 aziende (-0,6%), da attribuire interamente alla componente imprenditoriale a conduzione italiana. Il saldo dell’edilizia è invece negativo per 564 unità (-0,9%), ed esprime difficoltà interamente legate all’artigianato. In Toscana, il 69% delle imprese operanti nella filiera delle costruzioni sono infatti artigiane (per lo più attive nella installazione di impianti e nei lavori edili di completamento): l’edilizia artigiana ha perso 1.070 imprese in dodici mesi (-2,4% rispetto a settembre 2014), contro un andamento che – per la parte non artigiana – ha al contrario fatto registrare una variazione positiva di 500 imprese.

L’industria, che conta quasi 57mila imprese (il 13,7% del totale), registra un aumento per il comparto energia ed utilities (+52 imprese) e un leggero calo per le attività estrattive (10 in meno) e manifatturiere (-18 unità). Fra queste ultime, aumentano le attività dei comparti pelli-cuoio-calzature (+68) e confezioni-abbigliamento (+49), mentre il tessile-maglieria, con un calo di 70 aziende, continua il processo di involuzione che dal 2009 a oggi è costato la perdita di 1.000 imprese. Le attività della meccanica-elettronica registrano una generalizzata riduzione di aziende (meccanica strumentale -34, elettronica e meccanica di precisione -23, prodotti in metallo -27, mezzi di trasporto -10), compensata da una crescita del comparto delle riparazioni (+105) che porta in positivo il bilancio complessivo della meccanica «allargata». Nel manifatturiero risultano infine in aumento le aziende di alimentari (+31), chimica-farmaceutica (+19) ed oreficeria (+20); viceversa calano le imprese nell’industria del legno (-80) e dei mobili (-22), cui si aggiungono le perdite di unità produttive di minerali non metalliferi (-16) e carta-stampa (-13).

Il macro-settore dei servizi, al contrario, registra un incremento di 3.400 aziende (+1,5%) e supera la quota di 236 mila imprese (il 57% del sistema imprenditoriale regionale). Fra questi, il comparto turistico (alberghi e ristoranti) continua la fase espansiva che, dal 2009 ad oggi, ha determinato un aumento di oltre 4mila imprese. A fine settembre 2015 il settore turistico in Toscana conta 33.924 aziende (+2,8% l’andamento su base annua delle unità operanti nella ricettività e della ristorazione, +929 in termini assoluti), così come il commercio (+0,9%, +925), che raggiunge quota 101.749 aziende rappresentando un quarto del sistema imprenditoriale regionale. Da evidenziare, a questo proposito, il contributo da parte degli stranieri alla crescita di imprese commerciali. In Toscana sono più di 15mila le imprese del commercio guidate da stranieri e, negli ultimi dodici mesi, hanno registrato un incremento di 1.300 unità che ha arginato la diminuzione degli esercizi condotti da italiani (-360). Seppur in misura più contenuta, la vitalità della componente straniera spinge anche il turismo (+260 le imprese straniere e +670 le italiane). Contribuiscono inoltre in maniera rilevante al bilancio positivo dei servizi anche le attività di noleggio e supporto alle imprese e dei servizi alla persona, che insieme determinano mille aziende in più nel corso dell’ultimo anno.

IMPRESE GIOVANILI, FEMMINILI E STRANIERE

Al 30 settembre 2015 si contano in Toscana 94.778 imprese femminili, il 22,9% delle imprese complessive. Rispetto a settembre 2014 si registra un aumento dell’1,8%, che equivale a 1.723 aziende in più. Anche nel caso della componente femminile l’espansione è trainata, in particolare, dalle società di capitali (+7,7%, +1.258 aziende).

Le imprese giovanili (37.967) – che rappresentano il 9,2% del tessuto imprenditoriale regionale – sono invece in calo (-1,2%). A diminuire sono le ditte individuali (-607 aziende) e le società di persone (-336), mentre aumentano le società di capitali guidate da under 35 (+9,4%, +478 unità).

Le imprese straniere (51.822), pari al 12,5% del sistema-impresa toscano, aumentano del 5,6% (+2.768). A crescere sono in questo caso soprattutto le ditte individuali (+2mila), seguite dalle società di capitali (+680 unità).

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