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Economia

Liberalizzazione degli orari dei negozi: il Tar sospende le limitazioni

Il Tar ha accolto l'istanza di sospensione presentata da alcune catene delle Grande Distribuzione rispetto alle limitazioni sulle aperture domenicali e festive

Il tribunale amministrativo della Toscana ha accolto l’istanza di sospensione presentata da alcune catene della Grande Distribuzione rispetto ai provvedimenti imposti dai comuni di Prato e Pontedera che prevedevano limitazioni alle aperture domenicali e festive degli esercizi commerciali. La questione non è da poco e vede in campo la Regione Toscana da un lato e il provvedimento di liberalizzazione, varato dal Governo Monti, dall’altro.  “Il Tar, che si pronuncerà nel merito il prossimo 5 giugno, nelle sue motivazioni - informa Federdistribuzione in una nota - rileva che le norme in materia di concorrenza "costituiscono principi generali dell'ordinamento nazionale e sono, quindi, direttamente applicabili". Quindi per il momento i paletti sono saltati.

ANCI - Sulla questione,contrasto tra legge regionale e nazionale, l’Anci si era già espressa e ora ribadisce la sua pozione per voce del vicesindaco di Firenze, nonché presidente della consulta del commercio dell'Anci regionale, Dario Nardella.  L'auspicio, secondo il numero due di Palazzo Vecchio, è "che si possa superare ogni conflitto istituzionale e che Stato ed enti locali individuino una soluzione condivisa sulla materia in grado di garantire da un lato libertà di concorrenza e dall'altro le prerogative di un comune di fissare regole adatte alle vocazioni specifiche del proprio territorio".
REGIONE - Intanto la Regione Toscana sull'orario dei negozi attende il pronunciamento della Consulta. "Di fronte alla sentenza di sospensione del Tar toscano, che ha accolto il ricorso di alcune aziende della distribuzione di Prato e Pontedera - ha dichiarato l'assessore regionale al commercio Cristina Scaletti - restiamo convinti delle scelte effettuate, avendo legiferato in una materia di competenza esclusiva regionale come quella del commercio. Restiamo dunque in attesa della sentenza della Corte Costituzionale, cui la Regione ha presentato ricorso, che rimane l'unico soggetto in grado di stabilire definitivamente se il tema in questione attiene al commercio, dunque materia regionale, o alla concorrenza, di competenza nazionale".

IMPRESE - Per il direttore di Confesercenti Toscana Massimo Biagioni serve "una vera e propria concertazione che coinvolga sul territorio tutti i soggetti in campo, proponendo un accordo tra le parti che, valorizzando le aperture con iniziative e animazione delle città, abbia un occhio di riguardo per le piccole imprese dei centri storici".

EMPOLESE - Firmato invece dagli undici Comuni dell'area Empolese Valdelsa e dalle associazioni delle imprese del commercio, della cooperazione e dell'artigianato di servizio, insieme alla Cgil, un protocollo d'intesa legato alla liberalizzazione delle aperture degli esercizi e dei centri commerciali, in seguito all'approvazione del Decreto Monti. L'obiettivo è quello di non modificare lo 'status quo' attualmente vigente nell'area Empolese Valdelsa, in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale sul cosiddetto conflitto di attribuzione tra Stato e Regioni. In pratica, a quanto pare prima area in tutta Italia, Comuni, Confcommercio, Confesercenti, Cna, Confartigianato, Accdt (Associazione Cooperativa Consumatori del Tirreno) per le Coop di zona, e Cgil hanno firmato un accordo non vincolante che ribadisce il metodo della concertazione con il quale gestire tutti gli aspetti che caratterizzano le politiche per il settore del commercio al dettaglio "allo scopo - si legge nel documento - di effettuare scelte omogenee per l'intero territorio del Circondario". Nel Circondario Empolese Valdelsa, in particolare a Empoli, alcuni negozi hanno aperto anche nelle domeniche in cui gli accordi prevedevano la chiusura (la programmazione prevede una domenica al mese, la seconda, e sempre aperti a dicembre) e nessuno può loro impedirlo, anche perché non ci sono ordinanze dei sindaci come quelle appena sospese dal Tar a Pontedera e Prato.

 

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