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Più lavoro nel Mediterraneo: arriva Dedalus

Parte la fase pilota per la sperimentazione della piattaforma hi-tech che interconnette opportunità professionali di sette paesi

Una piattaforma per connettere i paesi del Mediterraneo per garantire ai giovani maggiori opportunità professionali. Si chiama "Dedalus" il sistema hi-tech che parte martedì 17 marzo con la sua fase pilota in sette diversi paesi del Mediterraneo (Libano, Palestina. Grecia, Italia, Tunisia, Cipro ed Egitto). L'Italia partirà proprio da Firenze grazie a un evento organizzato da Cospe in collaborazione con l’Università di Firenze alle ore 12 presso la Facoltà di Scienze Politiche (palazzina D5, in via delle Pandette 21, Aula 001 piano terra).  

L'obiettivo generale del progetto Daedalus è quello di rispondere ai bisogni di giovani residenti che cercano un impiego nei mercati del lavoro del bacino mediterraneo attraverso il potenziamento delle loro opportunità di lavoro e di affari, e l’incontro delle loro qualifiche e competenze con i bisogni esistenti nei paesi limitrofi. L'operatività di Daedalus sarà basata su un database aggiornato, capace di far incontrare attivamente le opportunità ricercate dai giovani e dai professionisti del Mediterraneo.

l budget totale del progetto Daedalus è di due milioni di euro circa ed è stato finanziato al 90% dall'Unione Europea attraverso lo Strumento europeo di vicinato e partenariato ( Programma ENPI CBC Bacino del Mediterraneo). “La nostra piattaforma tecnologica - ha dichiarato Panagiotis Ktoridis dell'azienda privata greca Uni Systems, capofila del consorzio - mira a coinvolgere sia il settore privato che il settore pubblico nell'affrontare i vincoli lavorative nell'area del Mediterraneo. Guardiamo ad essa come a un efficace contributo per una più ampia integrazione tra i diversi Paesi e le diverse culture”.

“La tecnologia è il mezzo attraverso cui, grazie al progetto Dadaelus, creare reti, cultura e generare lavoro - ha detto anche Fabio Laurenzi, presidente di Cospe - ma è soprattutto uno strumento al servizio dell’integrazione, dello sviluppo sostenibile e dello scambio sculturale tra i Paesi di un’area che condivide storia e percorsi culturali: un passo avanti nella costruzione di una vera e propria cittadinanza mediterranea”.

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