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Economia

Latte, allarme materie prime. Gli allevatori toscani: "Aumento del 20% è insostenibile"

Tistarelli (Fedagripesca Confcooperative Toscana): "In crisi centinaia di aziende dell’agroalimentare"

I costi delle materie prime alle stelle mettono al palo centinaia di aziende dell’agroalimentare toscano. "E’ una situazione insostenibile, peraltro siamo già vessati dalla crisi determinata dalla pandemia, che ha contribuito a creare tensioni" denunciano gli allevatori.

"I rincari per le materie prime necessarie all’alimentazione degli animali sono inaccettabili e questo sta mettendo a rischio la zootecnia. Il mais che costava  30 euro al quintale ora è a 40 euro, il panello di semi di soia da 75 è passato a 105 euro" spiega Fabrizio Tistarelli, presidente Fedagripesca Cooperative Toscana e presidente di Latte Maremma, che ha appena compiuto 60 anni di attività.

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"Ci sono stati grossi accaparramenti di materie prime da parte di paesi extra europei che hanno avuto un effetto speculativo sui prezzi - aggiunge Tistarelli - . In generale il rincaro delle materie prime-dal 20 fino al 40%- non coincide con l’andamento del mercato. Il Covid, inoltre, ha spostato i consumi dal latte fresco utilizzato in bar, hotel e gelaterie a quello a lunga conservazione, preferito dalle famiglie".

"Bisogna creare le condizioni per garantire un’adeguata remunerazione del lavoro degli allevatori, altrimenti si mette a rischio l’intera filiera e allo stesso tempo si deve continuare a garantire ai consumatori prodotti sicuri e di qualità, che sostengono l’economia, il lavoro e i territori italiani. Chiederemo alle istituzioni - conclude Tistarelli-   un potenziamento del sostegno alle imprese per il benessere animale e l’apertura di un bando per favorire il consumo di latte locale".

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