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Economia Scandicci

Giga Grandi Cucine, la liquidatrice si dimette: sciopero e presidio davanti ai cancelli 

Presente anche il sindaco Fallani

A sedici giorni dalla fine della procedura di licenziamento i sindacati sono stati informati delle dimissioni della liquidatrice di Giga che era stata incaricata il 5 ottobre scorso da Middleby. Un “colpo di scena della multinazionale americana che non vorremmo serva a vanificare il raggiungimento di un accordo tra parti sociali e istituzioni per dare una prospettiva produttiva al sito di Scandicci”. Per questo la Fiom Cgil Firenze e la RSU aziendale hanno proclamato 2 ore di sciopero per oggi, con presidio e assemblea dei lavoratori davanti ai cancelli di via Pisana.
 
Al presidio, insieme ai 47 lavoratori, anche il sindacato Fallani per “per tenere alta l’attenzione su questa vicenda ad una settimana dal 2 febbraio”, data fissata per la firma dell’intesa la cui bozza prevede tra l’altro la "cassa per cessazione, una dote per la reindustrializzazione, per i pensionamenti e per la formazione dei dipendenti".  
 
Oltre a  Fallani, presenti Valerio Fabiani, consigliere per lavoro e crisi aziendali del presidente della Regione Eugenio Giani, l’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Scandicci Andrea Franceschi, Yuri Campofiloni di Fiom Cgil. “In 72 ore di trattative è stata raggiunta un’intesa che va soltanto sottoscritta”, è la posizione unitaria di istituzioni e sindacati.
 
“Ci siamo lasciati all’inizio di gennaio a un passo dall’accordo, con l’intesa sulla parte economica, sulla durata, sulla cassa per cessazione, di fatto con un accordo su tutto – dice l’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Scandicci Andrea Franceschi - ci siamo fermati per gli ultimi dettagli, da lì si riparte, ora ci vediamo il 2 febbraio, l’8 poi ci sarà la cessazione dell’attività; noi puntiamo a finalizzare in maniera corretta e positiva per i lavoratori, per l’azienda e per la reindustrializzazione di un sito produttivo che è fondamentale per la nostra città, quello che ci siamo detti nel corso di questi mesi quando abbiamo fatto una trattativa di oltre 70 ore; nell’accordo si punta ad avere la cassa per cessazione, una dote per la reindustrializzazione, per i pensionamenti e per la riformazione dei dipendenti. Di fatto grazie all’impegno di istituzioni e sindacati sono già state fatte cinque manifestazioni d’interesse per questa azienda, l’accordo punta a fare in modo che ci sia questa possibilità”.
 
Yuri Campofiloni, Fiom Cgil: “Oggi abbiamo dichiarato due ore di sciopero con presidio per ribadire che indipendentemente dalla composizione della controparte, quindi indipendentemente che ci sia o non ci sia un cambio del liquidatore, noi dopo 72 ore di trattativa e 110 giorni di procedura cominciata il 5 ottobre 2021, abbiamo raggiunto un’intesa che va solamente sottoscritta. Quell’intesa è già stata votata dai lavoratori, quindi non c’è da ripartire da capo, c’è semplicemente da dare gambe a quello che è stato concordato al tavolo, dove era presente anche la proprietà Middleby; il 2 febbraio vogliamo che venga firmato quell’accordo e che si apra le seconda fase più importante, che è la verifica dei cinque soggetti che hanno manifestato interesse nel rilevarla. Non c’è da fare altro, se questo non avviene valuteremo altri percorsi con i nostri legali in altre sedi”.
 
“Dopo oltre 70 ore di trattativa anche noi pensiamo che ci siano i presupposti per raggiungere un accordo” ha detto Valerio Fabiani, che ha osservato come “il mancato accordo costerebbe all’azienda perlomeno il doppio di quello che costa l’accordo su cui abbiamo lavorato”. “La decisione di sostituire la liquidatrice che avevano nominato a poche ore da una nuova riunione del tavolo regionale e a pochi giorni dalla fine della procedura, è in effetti piuttosto singolare” ha aggiunto il consigliere.
 
 

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