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Economia Statuto / Via Gaetano Milanesi

“Da Firenze a Cuneo, il trasferimento dei dipendenti”: presidio Filcams Cgil contro la profumeria

Un ‘Modus’ operandi già utilizzato per altre sedi, chiuse e i dipendenti collocati in Alta Italia

Non è la prima volta che l’azienda pochi giorni prima decida di trasferire i dipendenti a centinaia di chilometri di distanza. È accaduto già a Roma, con lo stesso procedimento, nel giro di poche ore la chiusura dei negozi e il ricollocamento in altre sedi. Stamattina davanti al negozio di profumeria Modus di via Gaetano Milanesi, la Cgil Filcams ha indetto un presidio per protestare contro l’ultima decisione dell’azienda nei confronti dei suoi dipendenti. Sono tutte lavoratrici con contratto part-time e l’unica strada rimasta sembra essere quella di andare a lavorare in Piemonte.

“Sono aperti da 2 mesi i tavoli sindacali e ministeriali con quest’azienda, che ci ha dichiarato fino a 15 giorni fa che il negozio andava benissimo – spiega Valentina Berti, funzionaria Filcams –. Invece abbiamo scoperto che tutte le quattro lavoratrici entro quattro giorni devono essere trasferite tra Cuneo e Alba. Non siamo neanche certi che avranno diritto alla Naspi. Sembrerebbe che da parte dell’azienda sia in atto un’operazione per eludere la procedura di licenziamento collettivo sul territorio nazionale. Aprire questa procedura è un costo. Probabilmente vogliono utilizzare la disciplina che regola l’assenza non giustificata nel luogo di lavoro, che non dà diritto all’indennità di disoccupazione. Se le lavoratrici non accettano di andare a Cuneo o Alba, corrono il rischio di vedersi licenziate per dimissione volontaria, per cui non percepiranno Naspi”. Il tavolo sindacale è aperto da tempo, ma sembra che non siano state chiare le azioni dell’azienda, fortemente contestata da Filcams Cgil. “Quando non si vuole affrontare quello che dicono le norme e si intende utilizzare i lavoratori come merce, queste sono le conseguenze sulla vita delle persone e delle loro famiglie – prosegue Berti –. Noi abbiamo già un’interlocuzione nazionale col ministero. Faremo tutto ciò che è possibile, non escludiamo le vie legali. Qui non c’è un vero trasferimento, è palese che di fronte a questa offerta, le lavoratrici non potranno che rifiutare”.

Le lavoratrici hanno contratto part-time e una famiglia, sono state colpite in pochissimi giorni da una notizia che sconvolgerebbe la vita di chiunque. “Lavoro in azienda da 16 anni, quando c’era Douglas, che aveva aperto uno stato di crisi e la Modus ci ha rilevato come ramo d’azienda a novembre spiega Lara Collesano –. Nel giro di 6 mesi ci siamo trovati in questa situazione. Siamo a tempo indeterminato con contratto part-time, con uno stipendio di circa 800 euro. Ci dovremmo trasferire a Cuneo o fare le pendolari. Non bastano le ore per andare e venire. Si capisce che non è un trasferimento reale. È più che altro un messaggio per dirci ‘non siete più gradite’. Ci sarebbero sedi più vicine, ma la volontà aziendale non è quella di farci continuare a lavorare. Non sappiamo che fare, abbiamo intorno ai 50 anni, tutte con bambini, il nostro stipendio è la base per vivere. Questo imprenditore italiano ha messo almeno 4 famiglie in ginocchio”.

Non ci sono stati contatti fruttuosi con l’azienda da parte dei sindacati. “Modus al Ministero ha dichiarato che sono in corso grandi investimenti sulla sede di Firenze, ma è evidente che questa sede sta chiudendo. Non abbiamo idea di cosa succederà perché ogni interlocuzione con l’azienda non è stata affidabile. Loro sono già destinate alle nuove sedi. Giovedì scorso hanno scoperto che la loro vita sarà a Cuneo o Alba. È colpita anche una persona che è in maternità. Inoltre io ho una piccola curiosità che cercheremo di approfondire. Vorrei sapere se 15 giorni fa, in occasione del tavolo ministeriale, quando è stato dichiarato che non erano previste chiusure, il contratto d’affitto era già stato disdetto o meno. In quel caso, si configura una disattenzione e indifferenza nei confronti dei diritti sindacali e poca chiarezza da parte dell’azienda. Il trend è preoccupante, da qui bisogna partire per opporsi con forza”.
 

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