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Economia

Fatture false per milioni di euro: 16 indagati e sequestri per 14 milioni di euro 

Il consorzio aveva sede a Firenze e Prato

La guardia di finanza ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo, diretto e per equivalente, di beni e liquidità per oltre 14 milioni di euro, adottato dal gip Giampaolo Boninsegna, nei confronti di un consorzio di cooperative operante nel campo della fornitura di servizi, per un giro di fatture di circa una trentina di milioni di euro ritenute a vario titolo fittizie. Il consorzio, operante dal 2009, con sede a Firenze e Prato, offriva prestazioni di facchinaggio, logistica e trasporti che poi erano affidate in subappalto alle cooperative consorziata. 

Le indagini, condotte dal nucleo di polizia economico finanziaria di Firenze, sotto la direzione del procuratore aggiunto Gabriele Mazzotta e del sostituto procuratore Fabio Di Vizio, hanno portato a ritenere che il consorzio gestisse di fatto direttamente la manodopera, che, mantenuta formalmente in forza alle cooperative, consentiva al consorzio di detrarre consistenti crediti IVA derivanti dalle prestazioni fatturate dalle stesse cooperative, che non versavano l’IVA e si avvicendavano nel tempo, spostando i lavoratori e subentrando nei contratti di subappalto.

Sono circa una trentina le cooperative coinvolte, che si sono succedute su un arco temporale di più anni e che hanno maturato debiti tributari per milioni di euro nonché sedici le persone fisiche indagate, a vario titolo, per reati che vanno dall’emissione o utilizzo di fatture per operazioni inesistenti all’omesso versamento dell’imposta sul valore aggiunto.

L’esito delle indagini (che hanno coperto un arco di tempo tra il 2015 e 2019) ha consentito alla procura della Repubblica di Firenze di richiedere al Tribunale fiorentino il sequestro dei beni e delle liquidità nei confronti dei soggetti ritenuti responsabili a vario titolo delle condotte penali.

Sedici gli indagati. L’amministratore del consorzio dovrà rispondere di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, e gli altri, tra cui gli stessi dipendenti, per  aver emesso fatture per operazioni inesistenti. 

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