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Economia

Fallita l'azienda fiorentina CHL. Anticipò Amazon e fu pioniera dell'e-commerce

A vuoto anche l'ultimo tentativo di salvataggio

E' stata dichiarata fallita dal tribunale di Firenze la CHL s.p.a., azienda fondata da un gruppo di imprenditori fiorentini nel 1993, un anno prima di Amazon. Epilogo amaro per una società che è stata pioniera dell'ecommerce, ne ha precorso i tempi ma è finita schiacciata dai giganti stranieri del settore.

La CHL inizialmente si occupava di assemblaggio di computer su misura e vendita B2B attraverso la rete Fidonet (BBS). Nel 1995 cominciò a vendere, sul web, prodotti legati all'informatica come componenti, accessori per PC e personal computer assemblati dall'azienda stessa. Quattro anni dopo, iniziò a trattare anche PC di produttori terzi, software e prodotti legati alla telefonia, all'audio/video e alla fotografia.

Le azioni della CHL - attiva nei servizi di tlc, information technology ed ecommerce - erano state sospese dalla Consob lo scorso 5 dicembre. Gli ultimi numeri relativi al bilancio sono riferiti al primo semestre 2019, quando i ricavi erano scesi da 11.2 a 8.5 milioni di euro, con un Ebit peggiorato da -487mila euro a -2,13 milioni. Il periodo di difficoltà, per la quotata fiorentina, ex gioiello della new economy con oltre 50 dipendenti, andava ormai avanti da anni e a nulla è valso l’ultimo tentativo di salvataggio proposto al tribunale da due gruppi societari.

A farsi avanti erano stati gli imprenditori Orlando Taddeo e Lorenzo Grassini che, con le loro società, hanno sottoposto al tribunale un piano in appoggio ai vecchi amministratori sospesi. Taddeo offriva, attraverso la società di diritto irlandese Heritage Ventures Ltd, di conferire in Chl tre sue aziende che operano in campo tlc e di aggiungere 1.1 milioni di euro cash. Al suo fianco la Nilor Plc di Grassini, con una promessa di 2.2 milioni di euro, che avrebbe dovuto coprire la parte residuale di un bond scaduto di cui ha goduto Chl, e una fideiussione a favore dell’azienda fiorentina in difficoltà.

Il tribunale di Firenze, che si era riservato di valutare le offerte ricevute, le ha però ritenute insufficienti e ha dichiarato ufficialmente il fallimento, nominando Cristian Soscia come giudice delegato e Vincenzo Pilla curatore fallimentare. Un fallimento che, paradossalmente, cade proprio in uno dei momenti di maggior espansione dell'information technology e dell'e-commerce.

Il 14 maggio ci sarà l’adunanza per l’esame dello stato passivo. Fino a 30 giorni prima i creditori e i terzi, che vantano diritti reali o personali su cose in possesso della società - controllore del gruppo aretino di telecomunicazioni “Terra” facente capo a parte della famiglia Landi - potranno presentare domanda di insinuazione al fallimento.

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