Ex Gkn: sei milioni per il piano industriale
Protocollo presentato in Regione. La Rsu: “Adesso nessun alibi”
Dopo il lancio dell'azionariato popolare, un altro passo in avanti nel processo di reindustrializzazione dello stabilimento ex Gkn di Campi Bisenzio. Ieri a Palazzo Sacrati Strozzi è stato illustrato in Regione il protocollo siglato tra la cooperativa Gff e un gruppo di investitori istituzionali che ha messo a disposizione sei milioni di euro per ‘dare gambe’ al piano industriale elaborato dalla stessa Gff. “Un progetto di intesa non vincolante con una serie di soggetti disponibili a sostenere la reindustrializzazione ‘dal basso’, previa verifica di una serie di condizioni e requisiti”, fa sapere la Regione che ha “espresso apprezzamento” per la proposta presentata.
I sei milioni del protocollo vanno ad aggiungersi ai 500mila capitalizzazione da parte della cooperativa, che la scorsa settimana ha fatto partire la campagna di azionariato popolare ‘100x10.000’ con l’obiettivo di raccogliere un milione; primo socio la Soms Insorgiamo con 150mila euro provenienti dal crowdfunding ‘ex Gkn for future - per la prima fabbrica socialmente integrata d’Italia’
"Complessivamente siamo ancora lontani dal fabbisogno complessivo per la realizzazione del piano industriale, ma queste cifre tolgono ormai ogni alibi a chiunque - dichiara la Rsu - La reindustrializzazione dal basso è una certezza, l’obiettivo è fare della fabbrica di Campi Bisenzio un polo delle rinnovabili e della mobilità leggera, uno degli esperimenti produttivi e sociali più avanzati d’Europa. Tutto questo è stato fatto da operai lasciati per mesi senza stipendio, con orgoglio e dignità, a guardia del proprio territorio, del suo patrimonio e del suo futuro”.
Nel frattempo la Regione ha scritto al ministro del Made in Italy Adolfo Urso e al sottosegretario Fausta Bergamotto, chiedendo la riconvocazione con urgenza del tavolo nazionale di crisi per Qf Spa-ex Gkn con tutte le parti interessate. E un appello allo stesso ministero arriva anche dal sindacato Usb “per un’immediata ripresa di un confronto. Serve l'assunzione di responsabilità da parte del ministero e del governo che ora non possono più nascondersi. Vanno messi in campo gli strumenti necessari a garantire, attraverso l'intervento pubblico, la definizione e messa in opera del progetto industriale di cui la via maestra è stata indicata dai lavoratori”.