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Origine dell'uva sull'etichetta: polemica contro il nuovo regolamento UE

Il vicepresidente del Consiglio regionale: "E’ un colpo mortale per la Toscana e per l'Italia, dove il settore vitivinicolo fa registrare 15 miliardi di fatturato"

A porre l’attenzione sul Made in Italy è anche la Coldiretti, dopo il freno del 4% del tasso di crescita delle esportazioni agroalimentari Made in Italy in Canada, in seguito all’entrata in vigore provvisoria del trattato di libero scambio (CETA) il 21 settembre 2017. “E’ a tutti noto che la crescita economica del nostro Paese è dovuta allo sviluppo dell’export - commenta Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana - perché la domanda interna ancora è in stagnazione”.

La Coldiretti sottolinea come il Canada sia uno dei principali destinatari dell’export agro-alimentare toscano, collocandosi al quinto posto con un valore annuo che supera abbondantemente i 100 milioni di euro, i due terzi dei quali vengono dall’export di vino: “Per non parlare – continua l’associazione di categoria - della proliferazione del falso Made in Italy. Per la prima volta nella storia l’Unione Europea legittima con il Ceta in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali.

Argomento sul quale interviene Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana: “Bisogna stare molto attenti a missioni come quelle della Regione Toscana in Canada che mirano a valorizzare le produzioni del nostro territorio. Ciò va fatto a prescindere dal CETA che rende possibile l’export senza dazi per sole 4 denominazioni sulle 31 Dop ed IgP toscane, con una contropartita pesante in termini di penetrazione dei prodotti canadesi e non solo sul nostro territorio molto “preoccupanti” anche sul piano salutistico a cominciare dalla carne. Per questi motivi l’avvio di una mobilitazione popolare nei confronti dell’Unione Europea per fermare il cibo anonimo e proteggere la salute”.  L’appello  ai cittadini, infatti, è  a firmare la petizione presso tutti i Mercati di Campagna Amica e le oltre 50 sedi Coldiretti sul territorio toscano.
 

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