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Economia Certaldo

I pantaloni da uomo con l’etichetta “Falli lavare alla tua donna”

Dopo una segnalazione, la Conferenza delle donne democratiche - Toscana ha scritto all’azienda titolare del marchio, che ha deciso di ritirare il cartellino con la scritta incriminata. Non è la prima volta che si verificano casi simili

Qualche settimana fa il sindaco di Certaldo, Giacomo Cucini, ha condiviso su Facebook la foto dell'etichetta di un paio di pantaloni che si apprestava a lavare in lavatrice: sulla targhetta c'era un messaggio che invitava a lasciare lavare quel capo a una donna. Cucini si era stupito e indignato per quell'invito. “Voglio sperare che sia un tentativo di umorismo, ma a mio avviso si traduce in un messaggio sessista e retrogrado: ancora una volta un’idea di donna che sta in casa a fare faccende, pronta a lavare i pantaloni al suo uomo che non può lavarseli da solo!! Lo trovo disgustoso. Mi dispiace molto di averli comprati”, aveva scritto su Facebook, condividendo la foto dell’etichetta e raccogliendo decine e decine di commenti, tra chi non ci aveva visto niente di male ma anzi aveva preferito farsi una risata e chi invece considerava un messaggio del genere come un insulto. 

Nei giorni scorsi il gruppo delle donne facenti riferimento al Partito Democratico della Toscana, tramite la presidente Tania Cintelli, ha scritto una mail all'azienda bolognese che produce i pantaloni citati da Cucini, la Successori Bernagozzi di Argelato (Bologna), titolare del marchio ‘BL.11’, che ha risposto l'11 gennaio.

"Il nostro voleva essere un gioco ironico, che non è stato di gran gusto - ha scritto l'azienda - Abbiamo capito l'errore e ci scusiamo". L’azienda ha fatto sapere alla Conferenza delle Donne Democratiche della Toscana di avere “provveduto a cambiare immediatamente etichetta nei pantaloni della nostra prossima collezione”. Sono state le stesse donne Dem a diffondere il testo della lettera di risposte dell’azienda di moda. "Avevamo visto il post di Cucini - ha spiegato Tania Cintelli - e come conferenza delle donne abbiamo pensato di fare da cassa di risonanza, denunciando una modalità di scrivere un'etichetta stereotipata, fuori luogo e tempo". 

Etichette sessiste sui capi di abbigliamento maschile

Non è la prima volta che sui social vengono “denunciate” etichette con battute di questo tipo, sollevando critiche circa il messaggio che veicolano, ossia che a lavare i capi d'abbigliamento degli uomini è meglio che sia una donna, come se questo compito le spettasse proprio in quanto tale. 
Lo scorso agosto a far notare la frase sull’etichetta dei pantaloni Bl.11 era stata anche la pagina Facebook delle attiviste di Se non ora quando di San Donà di Piave, in provincia di Venezia, che aveva poi scritto una lettera aperta alla ditta. 

Diversi anni fa si era molto parlato di un’etichetta simile su una felpa da uomo, prodotta da un brand emiliano, che insieme alle solite istruzioni per il lavaggio aggiungeva: “Falla lavare a tua madre, è il suo lavoro”. Richiamata ufficialmente dall’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (Iap), l’azienda in questione, la Shoeshine, aveva deciso di fare un passo indietro e di cambiare la scritta. 


 

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