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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Emergenza Casa, il 10% degli sfratti è per morosità, dito puntato su ritardi e mancanza di fondi

I sindacati degli inquilini sono sconcertati dalla gestione dell'emergenza. Le associazioni dei proprietari gridano allo "scandalo"

I dati del Ministero dell'Interno relativi al 2013 confermano l'allarme lanciato da SUNIA, SICET ed UNIAT sull'aumento del numero degli sfratti per morosità incolpevole. Ma confermano anche l'emergenza in corso che vede inquilini e proprietari sulla stessa barca che affonda. I proprietari, infatti, gridano la rabbia di chi non percepisce un euro di affitto da anni e non può mettere a reddito il proprio bene che comunque comporta spese di manutenzione. L'inquilino non paga perché non ha soldi, il proprietario non può esimersi dal rispettare le scadenze fiscali e deve occuparsi delle spese condominiali. La politica risponde bloccando gli sfratti, un sistema che fino ad ora ha retto a suon di proroghe ma che rischia di collassare davanti alla crisi economica tanto che i proprietari sempre più ribattono alle istituzioni "Facile fare del bene con i soldi degli altri". La crisi sociale è dietro l'angolo e l'angolo è adesso.

Negli ultimi 5 anni questo il numero di sfratti sentenziati: 332.169, di cui 288.934 per morosità. Su 332.169 sentenze sono 145.208 gli sfratti eseguiti con intervento dell'Ufficiale Giudiziario, mentre le richieste di esecuzione sono state 129.577. "Sono numeri impressionanti - sottolinea il Sunia - che dovrebbero imporre, oltre ad una strategia di medio/lungo periodo per soddisfare la domanda abitativa, un uso attento e rapido delle risorse messe a disposizione in questi ultimi due anni". Alto anche il numero degli stabili occupati da chi un tetto non ce l'ha più o non lo ha mai avuto. 
Una situazione che troppo spesso rischia di creare il paradosso degli occupanti sgomberati che trovano un alloggio popolare prima degli inquilini in lista. "Meglio occupare" ha esclamato qualcuno, altri affermano "Stanno peggio i proprietari" generando così il classico "effetto farfalla" che come un domino parte da un battito d'ali e diventa tempesta.

Eppure la normativa esiste, qualcosa si è mosso, delle promesse sono state fatte ad entrambe le parti in causa. Da una parte la promessa di aiuti agli inquilini che poi si tramutano in aiuto ai proprietari che possono rientrare di qualche mensilità arretrata in cambio del prolungamento di un contratto regolare, dall'altra l'agevolazione nel recupero degli stabili dismessi al fine di trasformarli in edilizia residenziale.
 I soldi però non ci sono, sono "bloccati" dal Patto di Stabilità come confermato in Toscana e a Firenze dalla vicepresidente regionale, Stefania Saccardi.
Di "ritardo scandaloso" parla invece il sindacato degli inquilini:
 Il Fondo per la morosità incolpevole è stato introdotto con la legge 124/2013 di conversione del Decreto Legge 102/2013, prevede l'emanazione di un Decreto del Ministero delle Infrastrutture di concerto con il Ministero dell'Economia per la definizione di morosità incolpevole e la ripartizione di 20 milioni (aumentati di 15 con la recente L. 80/2014 di conversione del D.L. 47/2014) tra le Regioni e da queste ai Comuni. "Dalla pubblicazione della L. 124/2013 al 27 Giugno sono trascorsi 8 mesi ed ancora non è stato emesso il Decreto" puntano il dito gli inquilini.
 
Il Fondo per il sostegno all'affitto è stato rifinanziato con il D.L. 102/2013 e successivamente aumentato a 100 milioni con la L. 80/2014. Il Decreto di ripartizione dei primi 50 milioni è stato emanato il 27 maggio 2014, a distanza di circa nove mesi dalla pubblicazione del Decreto Legge 102/2013. Le Regioni ora dovranno ripartirlo tra i Comuni che, a loro volta, dovranno emettere i bandi ed approntare le graduatorie, provvisorie e definitive, e distribuire il contributo agli inquilini, che nel frattempo rischiano di andare in morosità
"Per le Regioni ed i Comuni virtuosi il tempo che trascorre tra lo stanziamento e l'erogazione del contributo ai cittadini è di poco inferiore ai due anni - spiega Sunia - riformare il sistema per tagliare drasticamente i tempi è possibile ed indispensabile".

 Infine esiste il Fondo per il recupero degli alloggi di Comuni ed ex Iacp inutilizzati: istituito dal D.L. 47/2014, stanzia risorse per finanziare gli interventi necessari a rendere abitabili appartamenti vuoti, in circa 20.000 unità. Una parte di questi necessita di interventi di "non rilevante entità", come recita la legge, per essere immediatamente assegnabili agli aventi diritto. 
"Presumibilmente 10mila alloggi utilizzabili in pochi mesi se verranno rispettati i tempi - e ci credono veramente poco i sindacati visto che - il 27 giugno, infatti, sono scaduti i termini previsti dalla legge per l'invio al Ministero degli elenchi degli alloggi da parte delle Regioni e non risulta sia stato inviato alcunché. Questo ritardo, preoccupa molto e assegna precise responsabilità in merito alle capacità gestionali del comparto".

Ritardi e inadempimenti rischiano di aggravare l'emergenza abitativa, scatenare una lotta di classe e creare sfiducia tra i cittadini. Se i proprietari arrivano a non poter pagare, sarà difficile che il mercato regga all'implosione. SUNIA, SICET ed UNIAT fanno appello al senso di responsabilità delle istituzioni ai vari livelli, perché rispettino per primi quanto la legge prevede "Per uscire dall'emergenza e dal disagio abitativo servono programmi e risorse, ma anche rispetto di tempi e regole" concludono SUNIA, SICET ed UNIAT.

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