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Economia

Effetto Covid: nel 2021 riduzione di fatturato fino al 50% per le imprese agricole toscane

Illustrati i dati Irpet al convegno Cia Toscana, Berni: “Dopo pandemia, situazione aggravata da crisi energetica e prezzi delle materie prime alle stelle”

Nel 2021, complice la pandemia, le imprese agricole toscane hanno subìto una riduzione del fatturato compreso tra il 10% e il 50% rispetto all’annata agraria precedente, con picchi di contrazione, per il 15% delle aziende superiore al 50%. Un settore che occupa 52 mila addetti creando un valore aggiunto di 2,4 miliardi di euro.

Lo rivela l’analisi Irpet sull’annata agraria 2021 e aspettative sul 2022, presentata oggi nel corso del convegno “Agricoltura toscana. Andamento economico e regolamento delle pratiche commerciali”, organizzato da Cia Agricoltori Italiani della Toscana, che si è svolto alla sede degli Olivicoltori Toscani Associati a Scandicci.

Secondo l’indagine – presentata da Sara Turchetti, ricercatrice Irpet -, tra le motivazioni della contrazione di fatturato, il calo della domanda nazionale ed estera, compresa quella turistica: tutte le aziende vitivinicole hanno identificato questa motivazione come causa principale dell’andamento negativo dell’annata agraria, come anche il 90% di quelle vivaistiche. Per il 20% del campione i problemi di liquidità; meno rilevanti i problemi legati all’offerta di input e manodopera.

“E’ un momento particolarmente complicato per il settore – sottolinea il Presidente Cia Toscana Valentino Berni –, dopo oltre due anni di pandemia e la guerra in corso, che ha aggravato la situazione sui costi di produzione che era già in atto, oggi dobbiamo fare i conti con il caro energia e prezzi materie prime alle stelle. L’agricoltura è stretta nella morsa dell’inflazione e dei prezzi energetici, gasolio e materie prime: è urgente che il prossimo governo prenda seriamente misure a sostegno del settore con urgenza, servono meno parole e più fatti”.

L’export di piante rappresenta l’80% delle vendite all’estero di prodotti agricoli toscani; tra gli altri settori oli e grassi vegetali, prodotti da forno e bevande (vino). In generale, la Toscana importa materie prime agricole (al netto dell’export di piante) e di beni alimentari (al netto delle bevande). L’export toscano vale lo 0,8% di quello nazionale pari a 340 milioni di euro.

Secondo l’indagine l’agricoltura toscana si basa sulla sostenibilità: “Un terzo delle aziende è biologico, ha uno scarso consumo di acqua, una bassa intensità di emissioni, protezione e valorizzazione dell’agro-biodiversità” sottolinea il direttore Cia Toscana Giordano Pascucci. "Tra i punti di forza l’elevata qualità e reputazione delle produzioni toscane che favoriscono la competitività di imprese e territori; la non-omologazione e la diversificazione che consentono di fare il prezzo ed essere meno esposti agli shock di prezzo internazionali; i forti legami con altri settori (turistico-ricettivo) e le funzioni ambientali".

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