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Economia

L'economia toscana rallenta ancora. E frena i consumi

Previsioni pessimistiche dal focus Ires diffuso dalla Cgil: "Dobbiamo fare di più"

La Toscana continua a rallentare. Le previsioni, infatti, non sono proprio ottimistiche. Perché se il 2018 è stato un anno di bassa crescita per la nostra regione (+0,7%), le previsioni per il 2019 (+0,2%) confermano un rallentamento dell'economia. E anche il 2020 non lascia troppo ben sperare (+0,6%).

Lo dice il Focus Ires sull’economia toscana presentato dalla Cgil Toscana a Firenze. Le unità di lavoro sono previste in calo in tutti settori tranne che nelle costruzioni. Si prevedono in calo anche nei servizi, settore che negli anni passati aveva fatto da cassa di compensazione per gli altri. 

Un quadro di costante rallentamento fatto di revisioni al ribasso dei tassi di crescita del prodotto interno lordo che è tornato sensibilmente al di sotto del già non esaltante 1% registrato alla fine del 2017. Una recessione che risente evidentemente della tendenza nazionale e internazionale. Ma la Toscana torna ad una crescita prevista del prodotto interno lordo dello 0,2%.

Anche esportazioni e investimenti, pur sostenendo la tenuta dell’economia toscana, registrano saldi negativi nel 2018 rispetto al 2017: nei dati ditfusi dalla Cgil gli investimenti passano da +5,4% a +2,8% (-2,6%) e le esportazioni da +2,9% a +2,7% (-0,2%).

Il dato si riflette così anche sui consumi delle famiglie che passano dal +1,8% a 0,5%. Una tendenza alla cautela confermata anche per il 2019 e che coinvolge anche l’ulteriore aumento dei depositi bancari.

Nel 2019 si prevede, inoltre, una più marcata diminuzione degli investimenti che dovrebbero attestarsi ad un -1,7%. “Molto dipende da dinamiche nazionali e internazionali, ma anche in Toscana abbiamo il dovere di provare a fare di più e meglio", dice Claudio Guggiari della segreteria di Cgil Toscana.

"Continuare ad agire sulle infrastrutture materiali e digitali, rilanciare gli investimenti pubblici e privati, scommettere sulla formazione e su un turismo più diffuso e sostenibile, spingere per una maggiore dotazione strutturale delle nostre imprese anche attraverso un credito più accessibile, migliorare le condizioni di chi lavora", sono le ricette del sindacato.

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