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Economia

Crisi, la Cgil dipinge un quadro nero: "Meno ricchezza e più disoccupazione"

Il sindacato: "Il mix tra stipendi e aumento della tassazione nazionale e locale ha prodotto una perdita della ricchezza di circa un punto e mezzo". Disoccupazione: nel III trimestre del 2014 è salita al 9,3%

Toscani sempre più tartassati. Dall'esame sulla banca dati dei Caaf sulle denunce dei redditi dei lavoratori dipendenti, emerge infatti che il mix tra stipendi e aumento della tassazione nazionale e locale ha prodotto una perdita della ricchezza di circa un punto e mezzo percentuale nell'ultimo anno; con le ovvie conseguenze sui consumi. 

E' quanto emerge dal primo focus sull'Economia in Toscana elaborato da Ires per Cgil. Un dato che va a rafforzare un quadro recessivo delle attività produttive nella regione, testimoniato sia dalla crescita della disoccupazione (arrivata al 9,3% nel terzo trimestre 2014) sia da una flessione della produzione industriale, ulteriormente calata dell'1%, l'anno scorso. Con un'eccezione significativa rappresentata dall'export. Nel 2014 e' ripreso a crescere del 2%, complice anche un tasso di cambio più favorevole, legato all'indebolimento dell'euro. I risultati si sono ottenuti, sul fronte del commercio estero, nei settori della meccanica e il tessile-abbigliamento-calzaturiero. Male l'agricoltura, con una flessione del 6,8%. Prosegue anche il deterioramento dei crediti bancari. Le sofferenze degli istituti toscani ha sfiorato nel 2014 i 14,5 miliardi di euro con impieghi stazionari verso l'industria e in calo di oltre 700 milioni verso l'edilizia.

DISOCCUPAZIONE – In questo quadro, in Regione cresce ancora la disoccupazione. Nel terzo trimestre del 2014 e' salita al 9,3% con un incremento dell'1,7% rispetto all'analogo trimestre del 2013. Boom in negativo anche per i licenziamenti collettivi, lievitati del 15,2% rispetto al terzo trimestre 2013 e del 20% su base cumulata. Le maglie nere, su questo versante, vanno a Livorno, Pistoia e Lucca che segnano i dati peggiori con un incremento dei licenziamenti collettivi rispettivamente del 37,9%, del 30,6% e del 27,7%. In controtendenza solo Pisa con una flessione di questa tipologia di chiusura dei rapporti di lavoro dell'1,1%. 

Un altro segnale poco confortante arriva dal ricorso alla cassa integrazione, che ha fatto registrare un nuovo record a oltre 63 milioni di ore al 31 dicembre dell'anno scorso. Un +4,17% e una preoccupante crescita generalizzata a tutti i settori ad eccezione del tessile-abbigliamento-calzaturiero, dell'arredamento, del lapideo. L'unico miglioramento significativo si registra nel settore delle costruzioni, all'interno del quale, ad ogni modo, il valore assoluto resta elevato con nove milioni di ore in Cig. Il ricorso alla cassa integrazione in deroga, all'interno di questo quadro, rappresenta un quarto delle ore riconducibili all'ammortizzatore sociale, che quest'anno dovrebbe essere riformato dal Governo.

POSSIBILE RIPRESA AVVIAMENTI –  Il mercato del lavoro regionale, tuttavia, fa pensare ad una ripresa per quanto riguarda il dato degli avviamenti, saliti del 10,4% nel terzo trimestre dell'anno scorso, passando da 489.000 del 2013 ai 552.000 di 12 mesi dopo. La variazione e' positiva anche per riguarda la stipula di contratti a tempo indeterminato, che sono cresciuti del 13,3%, ma la cui incidenza ristagna al 15,67% del totale dei rapporti di lavoro. Inoltre, un contratto di assunzione a tempo indeterminato avviene col part-time, contribuendo ad ampliare il bacino di lavori poveri. Un elemento più concreto di ottimismo deriva, invece, dal calo del numero degli inattivi (-65.000 nel 2014), spinti dal bisogno economico oppure da una migliore prospettiva a rimettersi sul mercato per cercare un'occupazione.

"Ai segnali di incoraggiamento provenienti da una ripresa degli avviamenti e dall'industria in senso stretto (che essendo riferiti al 2014 non hanno nulla a che fare con le riforme del Governo) fanno da contraltare l'aumento della disoccupazione e della cassa integrazione, fenomeno destinato ad accentuarsi nel corso del 2015". Sottolinea Daniele Quiriconi, responsabile Mercato del Lavoro della segreteria toscana della Cgil, commentando i dati. "La preoccupazione che la riduzione della durata degli strumenti di protezione sociale e il prossimo superamento dell'indennità' di mobilità- prosegue- e della cassa in deroga accentui le disparità e le diseguaglianze, appare suffragata dai dati di fatto". A parlare di "leggero risveglio" e' il presidente di Ires Toscana, Fabio Giovagnoli. "Questi nuovi segnali- fa sapere, però- nascono essenzialmente da condizionamenti positivi esterni ed interessano solo una parte, ancora marginale, della nostra economia. Bisognerà capire fino a quando questi effetti dureranno. Le politiche economiche, finanziarie e sociali fin qui espresse hanno avuto scarsa influenza su ciò che si e' prodotto. Quanto incideranno per il futuro?".

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