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Economia

Crisi senza fine per l'edilizia: oltre 5 mila lavoratori hanno lasciato il settore

L'appello del sindacato Cgil: "La Toscana soffre, le imprese chiudono e la competitività si riduce, con il rischio di veder scomparire l'intero settore delle costruzioni"

L'edilizia toscana cala a picco: "E' crisi senza fine". Lo afferma la Cgil dopo aver riscontrato che il calo degli addetti del settore è in costante aumento insieme al numero degli iscritti alla Cigs, cassa integrazione guadagni straordinaria.

''La Toscana soffre, le imprese chiudono e la competitività si riduce, con il rischio di veder scomparire l'intero settore delle costruzioni'', afferma il sindacato secondo il quale ''complessivamente in Toscana, confrontando i primi semestri dell'anno 2012-2013, oltre 5 mila lavoratori sono usciti dal settore edile''. In particolare, si spiega come nei primi sette mesi dell'anno le ore di cassa integrazione nel settore edile sono state il 31,9% in più rispetto allo stesso periodo del 2012.

Importante aumento in Toscana sia dell'utilizzo della cassa ordinaria (+34,09%) che della straordinaria (+38,66%). A livello provinciale il dato peggiore in termini percentuali di incremento di cassaintegrati è quello pisano con +122% seguito da Lucca +60% e Pistoia +58,4%. Mentre un calo lo registriamo a Massa Carrara (-51,7%) e ad Arezzo (-14%). Quest'ultimo dato ''però non è assolutamente tranquillizzante, perchè comunque queste due provincie registrano un pesante calo degli addetti nell'ultimo anno''.

''Spero che qualcosa per il settore si stia muovendo - afferma Giulia Bartoli della Fillea Toscana (Cgil) -, penso, per esempio, allo stanziamento di risorse sull'edilizia scolastica e ai, seppur pochi per gli interventi necessari, 10 milioni assegnati alla Regione Toscana, o all'introduzione di meccanismi di semplificazione, l'approvazione del piano regionale integrato per infrastrutture e infine vedremo quali interventi potranno essere messi in campo in Toscana fra quelli in discussione al tavolo dell'edilizia. L'edilizia - conclude - è un settore che quando riparte non produce i sui effetti nell'immediato così come più tardi di altri comparti ha risentito della crisi. In compenso i benefici sono a lungo termine ed è per questo che sono necessari interventi straordinari non legati alla temporalità. Non rinviabile per una ripartenza del settore l'allentamento del patto di stabilità per investire su piccole e grandi opere infrastrutturali''.

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