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Economia

Persi 13mila posti di lavoro nell'edilizia pesano la crisi Btp e del Consorzio Etruria

Settore edile in ginocchio: 13mila posti di lavoro persi nell'intero comparto industriale. Segnali poco confortanti anche dall'artigianato segnando un -10,5 %, risalgono la china moda e pelletteria

Il settore edile in Toscana è in ginocchio; basta confrontare le cifre, salta subito agli occhi che qualcosa non torna. Un dato su tutti per capire di cosa si stia parlando passa attraverso lo studio dei livelli occupazionali che misurano la salute economica: dal 2010 ad oggi sono tredicimila i posti di lavoro persi in questo comparto industriale. Una vera e propria voragine. E’ quanto emerso durante la presentazione del rapporto congiunturale di Cna Toscana, che ha preso e fatto propria l’analisi di Casse edili.
Nel 2010 il ramo ha visto un calo di fatturato pari al -19,8% rispetto al 2009, con una situazione che si è aggravata nel secondo semestre dell'anno (-21,9%), e che ha già bruciato 410 milioni di euro. Pesano su tutti e sui grafici al ribasso due macigni: il tramonto della Btp e la grave crisi finanziaria del Consorzio Etruria.

DOVE - Firenze e Prato le province in cui la mancanza dell’indotto economico si fa più sentire; -45% la prima (su base tendenziale nel secondo semestre 2010), -26,3% la (sui dodici mesi dell'anno).
“Il 2011 - ha spiegato Valter Tamburini, impiantista, presidente di Cna Toscana - è partito in maniera peggiore rispetto al 2010, e questi mesi non hanno portato novità incoraggianti nel comparto”. Il problema, tuttavia, è generale e tocca tutte le latitudini regionali, anche se attraverso forme diverse, spesso dovute al peso dell’azienda: “le piccole e micro imprese hanno un minore impatto mediatico, ma hanno meno dipendenti solo singolarmente, perché mettendo insieme le singole situazioni l'impatto è altrettanto importante”. Non tutto riesce ad emergere, molto della crisi rimane sottoterra, ricoperto dai numeri dei colossi. Difficile non trattare le gravi questioni di questi giganti, soprattutto quando si parla di crisi. L'indotto di Btp conta 200 aziende e 4.000 addetti, mentre quello del Consorzio ha 700 imprese per un totale di circa 2500 lavoratori.
Se le aziende di costruzioni sono ferme da mesi, non va molto meglio per il resto dell’artigianato. Il 2010 per l'artigianato toscano si è chiuso con una flessione di fatturato di 323,7 milioni di euro, pari al -10,5% sul 2009, e per il 2011 i segnali non sono confortanti.

SALITA - Ci sono, però, delle note positive che fanno sperare. Il manifatturiero, per esempio, è riuscito a tenere, con consuntivi annuali in discesa dell'1,2%, e una crescita tendenziale nel secondo semestre 2010 pari al +9,2%, col sistema moda che fa registrare i recuperi più consistenti (+29,3% il pelletteria-calzaturiero, +8,6% il tessile - abbigliamento). L'artigianato dei servizi beneficia dei recuperi di trasporti e servizi alle imprese, e interrompe la discesa con un +0,9% nel secondo semestre 2010. “La speranza - ha detto il presidente di Cna Toscana, Valter Tamburini - è che questo rappresenti l'inizio di una ripresa che parta dal cuore del manifatturiero toscano, fatto di quelle specializzazioni produttive leggere che valorizzano il made in Tuscany di qualità”.



 

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