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Economia

Rapporto Irpet 2013: la Toscana è in crisi ma tiene meglio rispetto ad altre Regioni

Il Pil toscano si è attestato sul -4,3% (in Italia -5,9); gli investimenti, in calo, si sono fermati a -4,2 (Italia -13,1). L'export: +16,6%. Secondo l'Irpet la Toscana risulta la seconda regione per tenuta rispetto alla crisi

La Toscana non è ancora fuori dalla recessione, ma ha retto meglio di altre regioni e dell'Italia nel suo complesso, all'urto della crisi che si conferma come la peggiore dal 1929 ad oggi. A dirlo è il rapporto elaborato dall'Irpet a partire dai principali indicatori, che l'istituto per la programmazione economica ha preso in considerazione per  tracciare una fotografia della regione a fine 2013, ovvero Pil, investimenti, consumi , esportazione e occupazione.
 
Il Pil toscano, nel 2013, si attesta su -4,3% (a fronte di una media italiana di -5,9); gli investimenti, pur sempre in calo, si fermano a -4,2 (Italia -13,1).
 
Più dinamico il valore dell'export: +16,6%, a fronte di un + 2,6 % dell'Italia.

Aumentano, almeno fino al 2011, i consumi della Pubblica amministrazione che, altrove, sono da tempo in negativo, sostenendo così la domanda interna. Quanto alla disoccupazione, aumenta, ma in misura anche in questo caso inferiore rispetto alla media nazionale e di altre regioni.  
 
E' tenendo conto di tutti questi indicatori che i ricercatori Irpet affermano che la Toscana risulterebbe seconda, per tenuta rispetto alla crisi, solo al Trentino Alto Adige.
    
EXPORT – La ricerca Irpet mette in luce la presenza, pur in un quadro che resta di grande difficoltà, di una maggiore capacità di tenuta, di consapevolezza delle scelte da compiere e di soggetti dinamici, sia nelle imprese, che nelle pubbliche amministrazioni e nella società civile. Una dimostrazione di ciò sta nella forte ripresa dell'export, tornato ai valori precedenti la crisi. La ripresa riguarda quasi tutti i settori produttivi del manifatturiero: pelle, chimica, macchinari, apparecchi elettrici, abbigliamento, alimentari, bevande, carta. Più indietro restano nautica, automotive, tessile e trasporti. I mercati sui quali si punta sono sia i tradizionali dell'Europa e del Nord America, sia verso quelli dell'Estremo oriente, del Medio oriente e del Sud America.  In Toscana il peso delle esportazioni sul Pil è tornato a superare il 30%.
 
IMPRESE ECCELLENTI – C'è uno zoccolo duro di imprese che, nonostante la crisi, ha continuato ad investire, a realizzare fatturati e in alcuni casi anche a creare occupazione. Irpet ne ha contate circa 3.300, il 5,3% di quelle presenti nel settore manifatturieri, con un numero di addetti pari a circa 50 mila. I fattori propulsivi possono essere ricercati nel peso maggiore di imprese meno giovani, nella maggior presenza di grandi e medie imprese,  nella maggiore probabilità di successo delle imprese che operano sui mercati internazionali.
 
‘LE GAZZELLE’ – All'interno di questa realtà, c'è un insieme ancora più agguerrito, costituito da quelle che Irpet chiama le "gazzelle", ovvero dalle 200 imprese più giovani, di cui 64 nel settore manifatturiero, con un bacino occupazionale di circa 10 mila addetti.  E' un fattore di crescita che fa ben sperare per il futuro, secondo Irpet, nella capacità imprenditoriale della Toscana.
 
OCCUPAZIONE – Fra il 2008 e il 2013 il numero degli occupati in Toscana si è ridotto di 36 mila unità. Di questi occupati in meno, 12 mila erano con contratto a tempo indeterminato, 14 mila i lavoratori autonomi. In forte aumento le forme di contratto non regolari, in particolare il part time involontario, che riguardano nella maggioranza dei casi giovani sotto i 30 anni.
Il tasso di disoccupazione si è attestato nel 2013 sull'8,6%.
 
REDITO DELLE FAMIGLIE – La dinamica della spesa pubblica in Toscana si è ridotta, ma meno rispetto al resto d'Italia dove è scesa del 5%. Tutto ciò, unito alla disoccupazione e al calo degli investimenti, ha ripercussioni sul reddito disponibile delle famiglie, che è diminuito, dal 2018 al 2013, di circa 300 euro all'anno, con una contrazione dei consumi procapite di circa il 10% nell'arco degli ultimi cinque anni.

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