Crisi Coronavirus: pelletteria, produzione e fatturato dimezzati
Assopellettieri: "Shock determinerà severa selezione tra le aziende"
Effetto Covid sulla produzione della pelletteria in Toscana. Il crollo fa segnare un -46,4% nei primi 5 mesi del 2020 rispetto all'anno precedente.
A rendere noto il dato Istat è stata Assopellettieri, nel corso degli 'Stati Generali della pelletteria italiana' in corso a Firenze: la produzione dimezzata ha quindi dimezzato anche il fatturato, con ordinativi ridotti del 45%.
“E' il segno inequivocabile – spiega l'associazione – che i livelli di attività restano ancora decisamente al di sotto della norma. Lo shock, purtroppo, non verrà riassorbito in tempi rapidi, determinando una severa selezione tra le aziende”.
La Toscana è tra le regioni più penalizzate, perché rappresenta uno dei distretti produttivi più importanti del mondo della pelletteria: il 60% della produzione italiana del settore proviene da qui e ne rappresenta uno dei principali asset economici.
Un dato che denota la grave crisi industriale che, anche dopo la riapertura delle industrie a maggio, ha registrato un -50,7%. Secondo Assopellettieri una grave crisi che se non assorbita in tempi rapidi determinerà la chiusura di molte aziende.
Ad essere penalizzato fortemente a causa del Coronavirus, l’export (-28% in valore nel primo quadrimestre, con un -57,6% per marzo-aprile), con una flessione che ha interessato tutte le tipologie merceologiche.
Le borse, che incidono per il 65% sul fatturato estero, mostrano cali del -24% in valore; le valigie di quasi il -30%; ancora peggio i trend di cinture (-35,4%) e piccola pelletteria (-37,6%).
I dati Inps indicano un forte ricorso alla Cig nel bimestre aprile-maggio, con 31,5 milioni di ore autorizzate (+2.437% sul 2019): la Toscana (8,7 mln di ore autorizzate in 5 mesi) presenta l’incremento più rilevante.