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Emergenza coronavirus non impatta sul mattone: Firenze città più cara d'Italia

Nei primi sei mesi +0,6% il costo delle case in vendita

Il mercato immobiliare regge lo scossone generato dal Covid-19.In molti si chiedevano quanto potesse impattare il coronavirus sul mattone e adesso arrivano i primi dati. Infatti, con la chiusura del primo semestre dell'anno, Immobiliare.it dopo aver già indagato l'andamento della domanda durante l'emergenza sanitaria, ha fotografato i prezzi medi richiesti durante i primi sei mesi del 2020. Il quadro che emerge è quello di una sostanziale stabilità  in tutto lo Stivale. I prezzi delle case in vendita hanno infatti rilevato nel trimestre marzo-giugno oscillazioni minime dei valori, appena +0,4% a livello nazionale e +0,6% prendendo in considerazione l'intero semestre. Il prezzo medio per acquistare casa in Italia si attesta, a giugno 2020, a 1.896 euro al metro quadro.

Simile il trend nelle tre diverse aree del Paese, con Nord, Centro e Sud che registrano nel trimestre marzo-giugno oscillazioni tutte prossime allo zero. Su base semestrale addirittura in positivo il trend del Nord, che segna +1,6% e un prezzo medio richiesto, a giugno 2020, di 1.977 euro al metro quadro. Praticamente fermi su base semestrale Centro e Sud con una media al metro quadro, rispettivamente, di 2.234 euro e 1.537 euro.

Imprese: in crescita quelle gestite da stranieri 

Anche uno sguardo ai grandi e piccoli centri conferma la situazione di sostanziale stabilità, con oscillazioni nel trimestre marzo-giugno 2020 che, seppur inferiori al punto percentuale, sono tutte a segno positivo. Su base semestrale nelle città con oltre 250.000 abitanti i prezzi crescono dell'1,6% e nei piccoli centri si registra un aumento dello 0,7%.
Rimane ampia la forbice di prezzo tra i grandi agglomerati urbani, in cui a giugno 2020 il prezzo medio richiesto è di 2.634 euro, e quelli più piccoli in cui la richiesta è di circa mille euro in meno (1.640 euro/mq).

Sembra quindi che, almeno nel breve termine, il coronavirus non abbia arrestato la corsa dei prezzi del mattone, che tengono in quasi tutti i capoluoghi di regione. Prendendo in considerazione il primo semestre del 2020, la maggior parte delle oscillazioni non supera il punto percentuale. Risultano particolarmente in sofferenza Trieste, Ancona, Aosta e Venezia. Trieste segna a livello semestrale -1,9% e valori che sembrano continuare a scendere (-4,5% nel trimestre marzo-giugno). Ad Ancona la battuta d'arresto dei prezzi delle case in vendita sfiora i due punti percentuali; Aosta e Venezia perdono l'1,3% su base semestrale e confermano il trend in perdita anche nel trimestre marzo-giugno.

A fronte di un calo dei prezzi di appena lo 0,1% nel semestre, Firenze si conferma la città più cara in cui acquistare casa, con un prezzo al metro quadro di 3.852 euro. Nessuna sorpresa neanche sul fronte dei capoluoghi più economici, Campobasso e Catanzaro, che restano di gran lunga sotto la media nazionale con un prezzo poco superiore ai 1.000 euro al metro quadro.

Tra i grandi centri continua a segno positivo l'andamento dei prezzi a Bologna con un +1,3% nel semestre. Praticamente fermi i prezzi a Napoli e Roma (rispettivamente -0,5% e +0,2%) mentre a Torino si rileva, sempre su base semestrale, un calo di un punto percentuale. Non si arresta la crescita di Milano: il capoluogo meneghino apre il 2020 a segno positivo, almeno per quanto riguarda i prezzi delle case in vendita, che continuano a salire dell'1,7% su base semestrale.

"Ci sono stati settori colpiti duramente dall'emergenza sanitaria e dalla chiusura prolungata delle attività - dichiara Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it - Per quanto riguarda il mercato immobiliare, la pandemia ha sicuramente ridotto nell'immediato il numero delle compravendite, congelate dal lockdown, ma nel breve non ha avuto particolari ripercussioni sul fronte dei prezzi, come raccontano i nostri dati. Questo dimostra come i venditori non si siano fatti prendere dal timore di una crisi economica, svendendo immediatamente i propri immobili: i valori rilevati da inizio anno fotografano una situazione pressoché ferma, in cui tutti i soggetti attendono di capire cosa succederà nei prossimi mesi".

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